PALERMO – Era stato lui ad organizzare tutto: a monitorare chi abita in quella villa, a controllare gli orari di entrata e di uscita dalla casa, a pianificare il colpo. E, inizialmente, quello che doveva essere messo a segno in via Corpo di Guardia, nella zona di Mezzomonreale, era un furto.
Nell’abitazione a due piani di via Corpo di Guardia, a Mezzomonreale, le cose non sono andate però come aveva previsto: la banda che Daniele Cassarà, monrealese di 26 anni aveva messo in piedi, ha trovato la proprietaria in casa e quella che ha preso vita è stata una rapina violenta.
Cassarà, pregiudicato e disoccupato, aveva reclutato i suoi complici a Ballarò: due romeni finiti in manette il giorno stesso della rapina, quando stavano per darsi alla fuga. Insieme a loro, Dorin Staicu-Mosneanu, 21enne e Cionta Covaci Cionta, 30enne, c’era anche un palermitano, Marcantonio Gnoffo di 30 anni. Cassarà sarebbe invece rimasto “dietro le quinte”, avrebbe fatto da regista al piano.
E’ questo che sostengono gli investigatori che hanno arrestato così, l’ultimo componente della banda con l’accusa di rapina aggravata in concorso. Era fine agosto quando la villetta di Carolina Tuppo, 69 anni, è finita nel mirino. Era già la terza volta che i malviventi facevano irruzione in casa sua, ma in questo caso la violenza è stata protagonista.
La donna, intervistata da LiveSicilia, ha infatti raccontato di essere stata bloccata nel corridoio da tre rapinatori, minacciata con un coltello della sua cucina e poi legata ai polsi e alle caviglie per essere bloccata al letto. La vittima ha aggiunto di essere stata molestata da uno dei malviventi mentre uno dei complici passava al setaccio l’abitazione.
A permettere l’arresto dei tre era stato il nipote della donna: si trovava al secondo piano della villa quando ha sentito urlare la nonna. Ha così intuito tutto e lanciato l’allarme al 113. La polizia è arrivata nel giro di pochi minuti in via Corpo di Guardia facendo finire in trappola chi aveva materialmente agito e, adesso, colui che aveva pianificato il colpo, che durante la rapina sarebbe rimasto in una zona lontana dalla villetta, ma in contatto telefonico con i tre complici, proprio come hanno dimostrato i tabulati telefonici.