Rapinatori "a caccia" dei tir| Ecco come agivano - Live Sicilia

Rapinatori “a caccia” dei tir| Ecco come agivano

I sette arrestato all'interno dell'operzione 38° parallelo

La banda agiva a mano armata, individuava il mezzo pesante da rapinare e costringeva l'autotrasportatore a salire a bordo di un'auto. L'uomo veniva sequestrato fino a quando i complici non scaricavano tutta la merce in un deposito nella zona industriale di Carini. Merce da piazzare, successivamente, ai commercianti compiacenti.

Il modus operandi
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PALERMO – La banda specializzata negli assalti ai tir andava letteralmente “a caccia” dell’autotrasportatore da rapinare. I malviventi noleggiavano periodicamente alcune auto, in modo da sviare le forze dell’ordine: due quelle che perlustravano strade ed autostrade in cui agire, preferibilmente in prossimità degli svincoli o nelle vicinanze dei centri di distribuzione.

Ma non solo, i sette rapinatori vagliavano prima quale tipo di merce fosse più facilmente piazzabile a commercianti compiacenti e, dopo avere bloccato il mezzo pesante passavano all’azione. L’autotrasportatore veniva minacciato con una pistola e fatto scendere dal tir per poi essere costretto a salire a bordo di una delle auto della banda, dove veniva praticamente sequestrato fino a quando tutta la merce non veniva scaricata.

Tempo che veniva ingannato dai due rapinatori che dovevano tenerlo d’occhio, mangiando una pizza – se il colpo avveniva di sera – o bevendo un cappuccino al bar – se il colpo veniva messo a segno di mattina – . Quando il tir veniva svuotato, il mezzo veniva abbandonato sul ciglio della strada, così come l’autotrasportatore.


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