Ha scagliato contro l’anziana madre la pedaliera dello step da palestra che aveva in casa sfondandole il cranio, poi l’ha accoltellata più volte all’addome. Il sangue gli è schizzato sui vestiti, a quel punto Daniele Arestia, 37 anni, si è spogliato ed è fuggito di casa nudo. Ha percorso poche decine di metri, giunto in un prato l’uomo si è ferito al petto con lo stesso coltello con cui aveva appena massacrato la madre, poi si è tagliato la gola. La polizia ha ricostruito la scena del matricidio-suicidio in base agli indizi trovati nell’appartamento, in via Anfuso a Ragusa, dove la scorsa notte si è consumata la tragedia familiare. Gli investigatori parlano di un raptus, forse l’omicida-suicida soffriva di depressione Nunziata Pluchino, 65 anni, è’ stata trovata morta nel suo appartamento al sesto piano del palazzo di via Anfuso, in un quartiere residenziale a breve distanza dal centro commerciale Le Dune e dal palazzetto dello sport di via Zama. A scoprire il cadavere è stata la figlia che ogni mattina era solita andare a trovare la madre nella sua abitazione. Quando è arrivata davanti il portone, la donna ha visto alcune le macchie di sangue, ha suonato al citofono, ma nessuno ha risposto, così ha telefonato col cellullare ma il telefono squillava a vuoto. A quel punto ha chiamato la polizia. Gli agenti hanno trovato il corpo in una pozza di sangue. Il cadavere del figlio della donna, Daniele, è stato invece scoperto a circa 300 metri dall’abitazione, in un prato: era nudo, con ferite da taglio al petto, la gola squarciata e accanto al cadavere il coltello, l’arma del matricidio-suicidio. Gli inquirenti ritengono che la lite tra madre e figlio sia scoppiata intorno all’1.30 della scorsa notte. Nunziata Pluchino era titolare di un negozio di ceramica molto frequentato in via dei Frassini; suo figlio Daniele era disoccupato e saltuariamente l’aiutava nell’attività commerciale. Gli investigatori stanno ascoltando parenti e amici della famiglia per risalire ai motivi che hanno trasformato un uomo tranquillo nel feroce assassino. L’uomo aveva sempre vissuto con la madre, mentre il fratello e la sorella abitano con i rispettivi nuclei familiari in un’altra zona della città.
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