“Negli ospedali i siciliani devono poter tornare in condizioni di sicurezza, così come dal proprio medico di famiglia ed anche dai medici specialisti con la consapevolezza di essere curati bene”. Lo ha detto l’assessore alla salute Ruggero Razza in un video facebook pubblicato sulla pagina della Regione Siciliana. “Ci attende ancora un percorso lungo perché il virus circola, non c’è ancora una terapia farmacologica né un vaccino, ma oggi abbiamo maturato esperienze per mettere in campo una programmazione importante”.
E poi un apprezzamento particolare Razza lo rivolge alla classe medica siciliana. “Credo che questa esperienza ci lascia un rinnovato e forte senso di appartenenza della classe medica siciliana, perché se è vero che il coronavirus in Sicilia non ha creato gli stessi effetti che al Nord, ciò non si è verificato per fortuna o per il clima, ma perché i professionisti della sanità hanno dimostrato di essere in gamba, capaci di fare sacrifici, di salvare vite umane e di essere di nuovo al centro dell’agenda politica come la sanità è tornata al centro dell’agenda degli investimenti”, ha concluso.
“La Fase 2 impegnerà anche il sistema sanitario regionale e lo farà con alcune significative innovazioni, diminuiranno per ogni provincia il numero delle strutture impegnate sul fronte coronavirus senza far emergere alcun rischio per la popolazione, aumenterà la professionalizzazione e da qui alla fine dell’estate metteremo in campo un piano post emergenziale di transizione”.
Lo ha detto l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza in un video sulla pagina Facebook della Regione Siciliana. Il decreto del ministero della salute, emanato nei giorni scorsi, indica che bisogna garantire il massimo di occupazione dei posti letto in terapia intensiva nel 30% complessivo del disponibile e il numero dei posti-letto in degenza ordinaria occupato deve avere un tetto massimo del 40%. “Con questi numeri – ha detto Razza – stiamo costruendo una programmazione che prevede in Sicilia 5 ‘covid hospital’. Dobbiamo scendere dal numero di 3.600 posti di terapia intensiva ordinaria e malattie infettive a un numero che si aggirerà intorno ai 1.200-1.300 posti-letto che devono individuare un aumento possibile a fisarmonica in modo che nel caso di maggior contagio ci possa essere una riserva immediata di reparti pronti a diventare operativi”.