PALERMO – Si accende lo scontro tra Regione e sindacati in merito alla distribuzione del Fondo di amministrazione per il miglioramento delle prestazioni (Famp 2016). Più di 30 milioni di euro da distribuire ai diversi assessorati per i premi ai dirigenti (cosiddette “gratifiche”). La Giunta, attraverso il Dipartimento della Funzione pubblica e del personale, ha individuato i criteri per l’assegnazione, ma i sindacati sono sul piede di guerra perché vogliono che la Regione, prima ancora di “pesare” i dirigenti, fissi i criteri per la ripartizione del fondo tra i diversi assessorati “al fine di evitare sperequazioni nella distribuzione dello stesso”. Una posizione che ha messo d’accordo, in sede di concertazione, tutte le sigle sindacali, dalle confederali (Cgil, Cisl e Uil) agli indipendenti di Sadirs e Cobas/Codir. Il problema è che, dopo diverse riunioni quest’estate con i rappresentanti dell’Assessorato alla Funzione pubblica, i sindacati, seppure con riserva, hanno firmato il documento con cui si individuano i criteri per i premi, definendolo “condivisibile”, e quindi la Regione ha potuto, con delibera di qualche giorno fa, dare il via libera all’individuazione dei dirigenti. Ma della condizione posta dai sindacati al termine della concertazione non c’è traccia: il fondo non è ancora stato suddiviso tra i diversi assessorati.
Per evitare una spartizione “non equa” del fondo, “la divisione – sottolinea Giuseppe Amato, del Sadirs – deve essere effettuata prima della pesatura delle strutture, secondo criteri che non siano la spesa storica né il numero delle strutture, ma solo il numero dei dirigenti assegnati”.
La nota metodologica approvata dalla Giunta Crocetta individua nove caratteristiche, “generali e sintetiche” differenti che qualificano gli uffici: rilevanza strategica della postazione dirigenziale all’interno della struttura organizzativa di appartenenza, rilevanza strategica della postazione dirigenziale rispetto al programma di Governo e alle direttive impartite dall’organo di indirizzo politico, rilevanza delle risorse finanziarie e/o umane gestite, svolgimento di funzioni ispettive, di controllo o di monitoraggio; espletamento di funzioni amministrative e/o professionali di particolare complessità, grado di esposizione della struttura a rischio corruttivo, attività di impulso e coordinamento endodipartimentale e/o interdipartimentale, funzioni di particolare rilievo intrattenute con i Dipartimenti e/o enti regionali e/o organi statali e/o sovranazionali, rilevante rapporto con l’utenza. Il “peso” della postazione dirigenziale viene calcolato sul numero delle caratteristiche rilevate: in cima alla classifica (peso 100), le strutture che presentino almeno cinque delle suddette caratteristiche, peso 90 per quattro caratteristiche e giù di lì, in tre fasce per le Aree e i servizi e quattro per le unità operative.
Paolo Montera, della Cisl Fp, ha fatto notare anche “la singolarità del fatto che siano già stati assegnati incarichi dirigenziali nella considerazione che la pesatura delle strutture è un’attività che doveva essere svolta prima del conferimento degli incarichi stessi”. Si tratta di una procedura “effettuata senza trasparenza e ogni dirigente generale ha seguito una condotta autonoma”, ha denunciato Gioacchino genchi, della Cgil, che ha definito “inapplicabili, per questa ragione, i criteri oggetto della concertazione”.