I soldi della Regione Veneto? | "Dirottati a Borgetto" - Live Sicilia

I soldi della Regione Veneto? | “Dirottati a Borgetto”

L'assessorato alla Formazione professionale

Il caso riguarda 200 mila euro finiti sul conto corerente, e poi restituiti, di una ditta che vende materiale informatico. La stessa ditta sarebbe al centro di una turbativa d'asta.

 

IPOTESI TURBATIVA D'ASTA
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PALERMO – La Regione Veneto continuava a sollecitare, invano, il pagamento. Ed invece i soldi erano finiti sul conto corrente di una ditta di Borgetto. La stessa che, secondo l’accusa, sarebbe stata favorita nell’aggiudicazione di una gara a trattativa diretta.

Il 3 aprile 2012 il dirigente della Regione, Marcello Maisano – le sue denunce sono state decisive per scardinare il sistema – scopre che sono stati accreditati 200 mila euro sul conto corrente della Amufficio srl, ditta di Borgetto inserita nell’albo dei fornitori del dipartimento regionale della Formazione professionale. Il mandato di pagamento è firmato da Maria Concetta Cimino. I soldi, in realtà, dovevano servire per saldare il debito con la Regione Veneto. Maisano fa una ricognizione e scopre che Currao, prima di essere trasferito a Sciacca, aveva consegnato un fascicolo che riguardava la convenzione per l’Alta Formazione stipulata con il Veneto. Currao scriveva: “A seguito di richiesta pagamento del contributo per l’anno 2010 formulata dalla Regione Veneto – capofila del progetto – nell’esercizio finanziario 2011 si è proceduto all’impegno della relativa somma; tuttavia, ad oggi, non è stato effettuato il pagamento in favore del beneficiano”.

I soldi erano già finiti, il 13 ottobre 2011, sul conto corrente della Amufficio. Causale: “Bonifico a vostro favore da Regione siciliana saldo contributo per l’attività di convenzione voucher – alta formazione”. Nei cinque giorni successivi, la maggior parte dell’importo viene spalmato (attraverso bonifici, giroconti e assegni di importi minori) su altri conti correnti intestati ad Amedeo Antonio Filingeri (l’imprenditore di Borgetto finito ai domiciliari), Adele Montalto (moglie di Filingeri) e Maria Sutera (madre del cassiere regionale Gualtiero Curatolo, anche lui ai domiciliari). Sei mesi dopo l’accredito, la Amufficio resituisce i 200 mila euro perché “non di ns pertinenza”.

La restituzione non è bastata a stoppare le indagini che sono arrivate a smascherare un intreccio che gli inquirenti bollano come perverso. Filingeri è è proprietario del 50% del capitale della Amufficio. La restante metà è di Loredana Gugliaro, moglie di Curatolo. Non è tutto: Filingeri e Curatolo avrebbero interessi in comune, in una cantina vinicola, con Marco Inzerillo, funzionario direttivo della Regione e anche lui indagato.

Tutti e tre sarebbero coinvolti in una una presunta turbativa d’asta. La gara in questione riguarda l’aggiudicazione, a trattativa privata, del noleggio di attrezzature informatiche per gli esercizi finanziari 2009 -2012. La fornitura per circa 22 mila euro è stata assegnata proprio alla Amufficio, la cui offerta è risultata la più vantaggiosa. Le altre offerte sono state presentate dalla Tecknocopier e dalla Arredilnet. La prima è amministrata dalla moglie di Filingeri. Sul merito della seconda, i carabinieri hanno riscontrato dei contatti telefonici sospetti. Da qui la conclusione degli investigatori: c’era un accordo per pilotare la gara in favore della Amufficio.

 


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