PALERMO – Sarà l’assemblea regionale del Partito democratico a dire l’ultima parola sulle modalità di celebrazione del congresso per l’elezione del nuovo segretario dem in Sicilia. Questo, in sintesi, quanto prescritto dalla Commissione nazionale di garanzia dei democratici.
La Commissione nazionale di garanzia
L’organismo nazionale era stato chiamato in causa dall’attuale segretario, Anthony Barbagallo, che aveva chiesto un rinvio dei lavori dell’ultima Direzione regionale. Barbagallo aveva chiesto un parere rispetto alle differenze tra statuto nazionale e statuto regionale del partito riguardo alle modalità di svolgimento del congresso in Sicilia: primarie aperte o chiamata in causa soltanto per i tesserati.
Le regole congressuali del Pd Sicilia
Il vecchio statuto del Pd siciliano, infatti, prevede le primarie aperte per l’elezione del segretario, a differenza del nuovo statuto approvato a livello nazionale. Per capire la linea da seguire per il congresso regionale che dovrebbe svolgersi entro aprile 2025, Barbagallo ha chiesto lumi alla Commissione nazionale di garanzia che poco prima di Natale ha dato il suo responso.
Lo statuto regionale del Pd resta valido
Nella lettera la presidente della commissione, Stefania Gasparini, sottolinea che lo statuto del Pd siciliano, approvato nel 2009, “prevede che il segretario regionale sia eletto in una competizione elettorale aperta a tutti gli elettori”. Rispetto allo statuto regionale Gasparini ricorda che questo “può essere modificato a maggioranza dall’Assemblea regionale”.
In attesa dell’Assemblea regionale
Sarà la stessa Assemblea, che tuttavia in Sicilia non si è più riunita dai tempi di Morgantina quando avvenne l’elezione di Barbagallo a segretario regionale, a stabilire il regolamento del congresso siciliano. Se il massimo organismo del partito, con oltre trecento iscritti, non dovesse però riunirsi a quel punto la palla passerebbe ad un commissario inviato da Roma per stabilire le regole del gioco.