PALERMO – Il rendiconto inizia il suo iter al consiglio comunale di Palermo e gli animi si scaldano. Mentre la maggioranza si è riunita a porte chiuse con il sindaco Leoluca Orlando, le opposizioni hanno provato a fare quadrato e fronte compatto per la battaglia d’Aula, riunendosi e formulando una nota finale congiunta firmata da Movimento cinque stelle, Forza Italia, Coraggiosi, Fabrizio Ferrandelli, Marianna Caronia, Lega, Fratelli d’Italia, Sabrina Figuccia e Per Palermo con Fabrizio.
“Con il rendiconto 2017 e il bilancio di previsione 2018 la maggioranza sarà messa alla prova perché si troverà di fronte una opposizione compatta e determinata – scrivono i 16 consiglieri comunali – Non ci saranno sconti per nessuno, abbiamo avviato un’operazione verità sulla situazione economica-finanziaria del Comune e la porteremo avanti nell’esclusivo interesse dei cittadini palermitani. Tutta l’opposizione, inoltre, condivide una necessità: porre fine nel più breve tempo possibile all’era Orlando, utilizzando tutti i mezzi che le norme e i regolamenti consentono”.
Un riferimento, quest’ultimo, alle dimissioni di massa che però dividono le opposizioni. Per sciogliere il consiglio servono 21 consiglieri su 40, ma al momento ad aver depositato le dimissioni dal notaio sono stati solo Fabrizio Ferrandelli, Cesare Mattaliano, Igor Gelarda ed Elio Ficarra, cioè in quattro su 16. Il timore di alcuni è che, giurisprudenza alla mano, anche la sola intenzione di lasciare l’Aula possa innescare i ricorsi dei primi dei non eletti delle varie liste. Tanto che l’esplicito riferimento alle dimissioni, inizialmente previsto nella nota, è stato poi tolto nella versione definitiva diffusa alla stampa.
Una spaccatura sottolineata anche da Sabrina Figuccia in una nota inviata prima della riunione: “Non potendo presentare una mozione di sfiducia del sindaco perché non è ancora trascorso il tempo necessario, ritengo necessario che noi consiglieri ci assumiamo un atto di responsabilità per andare finalmente a nuove elezioni. Non mi convincono gesti eclatanti che non hanno però una reale efficacia e mi dispiace constatare che debba essere una consigliera ultima arrivata, come la sottoscritta, a prendere quest’iniziativa, che altri avrebbero invece dovuto avere il coraggio di prendere, come, ad esempio, chi da oltre un decennio siede in Consiglio Comunale e che si pavoneggia come capo dell’opposizione, ma in realtà è ben comodo sul proprio strapuntino, dopo aver votato l’elezione del presidente Orlando. Trovo poco utile presentare una dichiarazione di intenti di dimissioni, che da sola non produce alcun effetto”.
Divisioni in cui si insinua la maggioranza: “L’annuncio delle dimissioni sembra essere quasi diventato uno sport per le opposizioni: tutti le annunciano, ma nessuno le dà realmente – dice Paolo Caracausi (Idv) – I Coraggiosi e la Lega dicono di aver depositato dal notaio le dimissioni dal consiglio comunale di Palermo, ma sanno perfettamente che non hanno alcun valore. Se veramente vogliono essere credibili le presentino al Comune, le facciano protocollare e si proceda alla surroga con i primi dei non eletti. La città ha bisogno di rappresentanti istituzionali che abbiano a cuore i bisogni dei palermitani e in questo momento è necessaria la collaborazione di tutti”.
Domani il consiglio ascolterà l’assessore Gentile e il Ragioniere, poi toccherà ai Revisori e a seguire alle partecipate, Amat in testa, per il nodo disallineamenti. Una battaglia che potrebbe durare ben più di qualche giorno, con le minoranze decise a chiedere la presenza di Orlando in Aula. “Per il bene della città, si deve al più presto porre fine all’esperienza amministrativa della giunta Orlando: un’esperienza che dura da troppo tempo e troppi danni sta portando a Palermo. Occorre per questo unire l’azione dell’opposizione, al di fuori ed oltre gli interessi dei partiti ma in rappresentanza dei veri interessi dei cittadini”.
LA NOTA DEL M5S
“I consiglieri comunali del gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle di Palermo hanno sempre dichiarato, e ribadiscono, la propria disponibilità a rassegnare le proprie dimissioni se questo atto servisse a mandare a casa il sindaco Leoluca Orlando. Per questo motivo, in forza dell’art.141 Tuel, il M5S ha preparato un atto rivolto al Comune di Palermo e al Segretario Generale per raccogliere le firme di almeno 21 consiglieri, disponibili a dimettersi per provocare lo scioglimento del Consiglio, partendo, ovviamente, dall’apporre le nostre firme sul documento. Intanto, però, continueremo con un’opposizione dura e autentica che va innanzitutto mossa contro il rendiconto 2017 e il bilancio di previsione 2018 che rappresentano un quadro di profonda crisi economico-finanziaria che per colpa di questa Amministrazione si ripercuoterà sui servizi, sui lavoratori e su tutti i cittadini palermitani. Su questo aspetto bisogna far emergere tutte le contraddizioni di un’amministrazione attiva e di una maggioranza ormai alla frutta. Siamo convinti che continuando l’operazione verità sulla mala gestio amministrativa, metteremo presto fine all’era del sindaco Orlando”. Di seguito il testo del documento: “I sottoscritti consiglieri comunali rassegnano le proprie dimissioni dall’incarico elettivo politico con atto collettivo ultra dimidium, finalizzato all’essenziale perseguimento del disegno unitario di provocare lo scioglimento del Consiglio Comunale, come prevede l’art. 141 TUEL, con la volontà degli effetti volta non alla mera rinuncia alla carica, bensì ad essa quale strumento per realizzare, unitamente e concordemente da parte della maggioranza, l’intento comune dello scioglimento del Consiglio”.