PALERMO- Pub, bar e ristoranti semivuoti e strade del centro storico, attorno al teatro Santa Cecilia, blindato stasera a Palermo per la visita del premier Matteo Renzi. Sala gremita per il premier, in città per la campagna referendaria. Un’ora di discorso e di attacco alla “vecchia guardia” che cerca di rientrare in gioco con il “no”. E diversi passaggi sulla Sicilia, che è terra di lotta alla mafia ma anche di tanto altro, rivendica il presidente del Consiglio.
La diretta.
Con in mano dei lumini accesi e cartelli con scritto “Part time trasferito uguale licenziato” una cinquantina di lavoratori di Almaviva è radunato in piazza Rivoluzione a Palermo, in attesa dell’arrivo del premier Matteo Renzi che parteciperà alla manifestazione ‘Basta un sì’ a sostegno del referendum in un teatro poco distante. I lavoratori si trovano dietro a delle transenne rosse presidiate da polizia e carabinieri. Tutte le strade limitrofe al teatro Santa Cecilia sono state chiuse e sono off limits. Da quasi un mese i dipendenti di Almaviva protestano perché la società ha deciso di trasferire a Rende circa 400 lavoratori impiegati in una commessa Enel in scadenza a dicembre.
Sala piena al teatro Santa Cecilia per Matteo Renzi. All’esterno contestazione di studenti e lavoratori Almaviva. In teatro tutto lo stato maggiore del Pd, tra gli altri Rosario Crocetta, Antonello Cracolici, Fausto Raciti, Giuseppe Lupo, Beppe Lumia. Il premier, a Palermo per sostenere le ragioni del Sì al referendum sulla riforma costituzionale, è atteso a momenti. Sul palco nessun simbolo di partito ma solo bandiere tricolori.
Renzi sale sul palco e ricorda subito il successo della visita americana. E ricorda la presenza “di una donna siciliana, Giusy Nicolini, che ha portato i valori della vostra terra”. Stoccata a chi ha criticato Bebe Vio: “Dovrebbero vergognarsi”. Poi l’annuncio del logo del G7 di Taormina. “Un autorevole leader in occasione di un meeting ha fatto una battuta particolarmente stupida. Avevo fatto un passaggio sulla Sicilia. E questa personalità ha fatto una battuta tipica dei pregiudizi che ancora subite e subiamo. Ha detto ‘la Sicilia e’ il luogo della mafia’. Io ho detto che la Sicilia e’ cultura, teatro, passione, cibo. E che prima di parlare di Sicilia questa persona avrebbe dovuto studiare. Allora ho deciso di fare il G7 qui e non a Firenze”.
“Mi sono iscritto in Giurisprudenza nel ’93 quando un Fiorino era esploso sotto gli Uffizi”, dice Renzi. E ricorda Falcoine, Borsellino, Livatino, Caponnetto. “Noi questa lotta non la dimentichiamo. Ma diciamo che la Sicilia non e’ soltanto questo”.
“E’ facile dire che le cose non vanno. L’atteggiamento di chi sta alla finestra. La politica non e’ questa”, dice Renzi. Che aggiunge: da Palazzo Chigi ho preso più consapevolezza delle potenzialità del Paese. “Il referendum costituzionale e’ il più grande simbolo tra quelli che danno una mano e quelli che mettono bocca solo per fare polemica”.
“Chi vota sì vuole che le cose cambiano. Chi vota no lascia le cose come stanno. La domanda non e’ ‘pensate che Renzi sia ingrassato o vi stanno simpatici i ministri. C’e’ una domanda sulla riforma e io vorrei che entrassimo nel merito. Ti sta antipatico Renzi? Occhio che se voti no per decenni resta tutto così. Il bicameralismo perfetto c’e’ solo in Italia”.
“Il bicameralismo perfetto e’ un ping pong che fa male all’Italia”, dice il premier.
”Siamo il parlamento più numeroso e costoso del mondo. E’ antipolitica volere ridurre? Ho visto Berlusconi, Monti, D’Alema, gente che ha avuto qualche responsabilità. Come fanno a dire ‘io avrei fatto in un altro modo’. Perché non l’hanno fatto?”.
“Questo non e’ un referendum contro la democrazia ma contro la burocrazia. Non c’e nessuna norma che cambia i poteri del primo ministro. Che non può neppure cambiare un ministro”.
“C’è una differenza profonda tra quelli di prima e quelli di adesso. Quelli di prima vedono il referendum come l’occasione per tornare in partita. Sono stati messi da parte e oggi dicono questa è l’occasione per non finire ai giardinetti”, attacca Renzi.
Renzi nomina Messina e non rinuncia a una battuta sul Ponte: “Bisogna mettere a posto i viadotti e le ferrovie, dobbiamo portare la banda larga nei paesi. Dopo di che dovete dirmi perché in un Paese normale si possono spendere miliardi a Torino o tra Firenze e Bologna e invece se si mettono un po’di soldi per collegare la Sicilia e la Calabria è una sciagura mondiale. Il fatto che gli investimenti al sud non si fanno perché c’è l’illegalità è insopportabile, come se la Nord invece va tutto bene. L’illegalità si combatte al sud come al nord”.
“Se il referendum passa è finita la stagione degli inciuci, se vince il no non succede nulla e non cambierà niente almeno per i prossimi vent’anni’. Così Matteo Renzi a Palermo parlando delle ragioni del ‘sì’ al referendum.
“La Sicilia deve tornare ad attrarre cervelli. Non ad assistere alla fuga. Ma dobbiamo andare avanti. E rispondere col sorriso. Io ho fatto pure un dibattito con Travaglio…” così chiosa Renzi. Che saluta con un “viva Palermo e viva l’Italia”.