Una vasta operazione antidroga, con decine di fermi, è in fase di esecuzione, su tutto il territorio nazionale, da parte dei Finanzieri del comando provinciale di Palermo. Nel mirino dei militari c’è un’organizzazione criminale transnazionale, dedita al traffico di cocaina. Le indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, sono state svolte dal Gico del nucleo di polizia tributaria. All’alba oltre 400 finanzieri sono stati impegnati contemporaneamente in 40 città italiane.
Sono complessivamente 72 i provvedimenti di fermo emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nell’ambito dell’indagine sul traffico internazionale di cocaina. L’indagine, denominata ‘Alejandro’ è scattata in seguito alla scoperta, nello scalo aereo di Fiumicino, di un plico postale contenente cocaina e destinato a due uomini di origine sudamericana ospiti di un centro di accoglienza di Trapani. Gli sviluppi investigativi hanno consentito di individuare una ramificata organizzazione che gestiva un traffico di cocaina proveniente sopratutto dalla Repubblica Dominicana.
Sono stati sequestri 75 chili di cocaina, due laboratori di raffinazione e sono stati catturati due latitanti. Durante l’inchiesta, durata quattro anni, sono state monitorate oltre 1.400 utenze nazionali ed estere, seguite da riscontri in varie aree del territorio nazionale dove l’organizzazione operava. I fermi sono stati eseguiti in varie città italiane, tra cui Treviso, Venezia, Genova, Ancona, Napoli, Roma, Milano, Reggio Calabria. Uno dei fermati, Giacomo Genuardi, ha origini palermitane ma operava al nord Italia. Tra i quattordici italiani fermati, solo uno sarebbe legato alla criminalità organizzata e in particolare alla ‘ndrangheta.
L’organizzazione era articolata in 15 gruppi criminali, apparentemente autonomi, ma accomunati nella maggior parte dei casi dall’origine sudamericana dei trafficanti. Tra i destinatari dei provvedimenti di fermo ci sono anche un cittadino svizzero, uno spagnolo, un olandese e uno statunitense. La cocaina partiva dalla Repubblica Dominicana, dal Brasile o dal Perù per giungere a Madrid, Parigi, Amsterdam e poi in Italia. “Era un meccanismo – dice il generale della Gdf Domenico Achille – che utilizzava le più avanzate e raffinate procedure per far entrare la droga in Italia. I soldi dello spaccio erano poi utilizzati in molti casi per acquistare appartamenti o bar in Sudamerica e Centro America”. Sono ancora una ventina le persone ricercate.
Per saldare il conto con i trafficanti e pagare le partite di cocaina acquistate in centro America o mandare anticipi per finanziare l’acquisto della droga usavano le agenzie di money transfert. E’ uno dei particolari emersi dalla maxi indagine del Gico della finanza di Palermo che ha eseguito un provvedimento di fermo a carico di 117 persone. Settantacinque sono state prese, 42 sono riucite a fuggire. Dall’inchiesta, coordinata dalla Procura di Palermo, è emerso dunque che i trafficanti, a cui è stata contestata l’aggravante del reato transnazionale, affidavano il loro denaro alle agenzie di money transfert, solitamente usate dagli immigrati per mandare i risparmi nei loro Paesi di provenienza. Utilizzando documenti falsi, con una commissione minima i narcos riuscivano a fare arrivare a destinazione il denaro in tempo reale.