PALERMO – “Investire” nel rapporto con i medici di base, “rivedere” il funzionamento del 118 e puntare a una rete ospedaliera che dovrà essere “omogenea nel suo complesso” dal momento che “la formula del ‘tutto ovunque’ non è sostenibile”. Daniela Faraoni, neo assessora alla Sanità della Regione Siciliana, ha parlato per oltre mezz’ora davanti alla commissione Salute dell’Ars dipingendo grandi linee il suo modello di sistema sanitario.
Faraoni in commissione all’Ars
Le dichiarazioni programmatiche della donna chiamata dal governatore Renato Schifani al capezzale della sanità siciliana hanno dato ai deputati l’idea di cosa si intenderà portare avanti a piazza Ottavio Ziino nella seconda parte di legislatura. Il pragmatismo di Faraoni, dote già conosciuta dell’ormai ex direttrice generale dell’Asp di Palermo, è stato toccato con mano dai parlamentari che la ascoltavano in commissione.
Faraoni: “Ho giurato sui miei figli…”
“Non sarei sufficientemente umile se non capissi che dovrò rimuovere stratificazioni consolidate nel tempo e che questa sarà una operazione molto difficile – è uno degli ultimi messaggi che Faraoni ha affidato ai componenti della commissione presieduta da Giuseppe Laccoto -. So di non essere infallibile ma ho giurato sui miei figli che ci proverò”.
“Sanità siciliana in terapia intensiva”
Si potrà anche sbagliare, ma nella nuova visione che albergherà all’assessorato alla Salute “il non fare” sarebbe ben più grave e “non giustificabile”, per un sistema sanitario “che è in terapia intensiva” e davanti al quale “non c’è tempo da perdere”. Un sistema i cui problemi “non potranno essere risolti nell’immediato, neanche con l’aiuto dei medici dall’estero” che, come ricordato da Faraoni, comportano anche un impegno in termini organizzativi” per le aziende sanitarie e ospedaliere.
Avviso ai naviganti: “No alla propaganda”
Dal pragmatismo al decisionismo, anche questo mostrato con chiarezza ai deputati. “Sono convinta di potere contare sul grande aiuto dell’Ars”, è stata la premessa di un discorso che ha inteso mettere un primo argine ad eventuali ingerenze della politica. Perché il “grande aiuto” che potrà arrivare da Palazzo dei Normanni non potrà essere “di propaganda”. In quel caso “non troverete – le parole nette di Faraoni ai deputati – una buona accoglienza”.
La nuova rete ospedaliera
Un avviso ai naviganti alla vigilia di una rimodulazione della rete ospedaliera che sarà al centro delle attività dell’assessorato. Obiettivo “promuovere un sistema sanitario omogeneo” in tutta la Sicilia ed evitare l’erogazione di servizi “a macchia di leopardo”, essendo comunque consapevoli che “la formula del ‘tutto ovunque’ non è sostenibile”.
La Regione dovrà garantire gli accessi al sistema sanitario “secondo un principio di equità e universalità, attraverso una rete ospedaliera che “dovrà essere rivista con una omogeneità” che però non sarà “su base provinciale o distrettuale” ma “complessiva e regionale”. Tradotto in soldoni: non sarà possibile avere tutti i servizi in tutte le province. La nuova assessora sa bene che all’Ars è pronta la corsa dei deputati alla difesa dell’ospedale di riferimento del proprio collegio elettorale.
I pronto soccorso e il 118
Altro tallone d’Achille della sanità siciliana i pronto soccorso. L’assessorato metterà in atto una “verifica” del numero degli accessi ai pronto soccorso. Si partirà dal lavoro della commissione ad hoc voluta da Schifani, “che ha fatto un lavoro puntuale e scientifico”. Nei piani della nuova titolare della delega alla Salute, però, c’è anche una “revisione delle modalità di funzionamento del servizio di 118”, su quale “si dovrà porre un momento di attenzione”.
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Faraoni: “Medici di base baluardo”
L’obbiettivo è intervenire all’origine di quell’iter che inizia con la richiesta di soccorso da parte dei cittadini e che termina poi nelle aree di emergenza-urgenza, sempre più affollate. In quest’ottica saranno coinvolti anche i medici di base (“baluardo del sistema sanitario”), sui quali la nuova assessora intende “investire” affinché “si possa migliorare l’intero sistema rendendolo più vicino al paziente”.
Il piano di rientro dal disavanzo
C’è poi la grana del piano di rientro dal disavanzo sanitario, che rappresenta “un limite” alla libertà d’azione della Regione nell’organizzazione dei servizi sanitari. Il riferimento è anche al caso dalle nuove tariffe stabilite dal decreto Schillaci, che hanno gettato nel caos laboratori di analisi e altre strutture private che vivono dell’accreditamento con il sistema sanitario regionale.
“Piano di rientro prioritario per il governo”
La Regione in questo momento ha le mani legate: vorrebbe coprire almeno una parte della differenza tra le vecchie e le nuove tariffe ma non può farlo per via dei vincoli imposti dal piano di rientro. “Il primo obiettivo è chiuderlo – ha scandito Faraoni -. Basta, siamo in questa condizione dal 2007 e non ci sono più le condizioni di quel tempo”. E ancora: “Per il governo regionale è una priorità, ho preso l’impegno di fare tutto il possibile e lo stesso ho chiesto ai miei direttori generali”.
Il rapporto tra pubblico e privato
Il rapporto con i privati, infine. “Perché dovrebbe farmi paura la relazione tra pubblico e privato? Il sistema privato va ben governato e integrato con le necessità delle persone – ha ricordato Faraoni -. Il pubblico va tutelato sopra ogni cosa ma se un provato produce Pil questo va anche a beneficio della Regione e lo preferisco rispetto all’ipotesi di finanziare la sanità delle altre regioni”.