Revenge Porn: un fenomeno dilagante, dagli esiti drammatici - Live Sicilia

Revenge Porn: un fenomeno dilagante, dagli esiti drammatici

Le cause e la prevenzione
IL PARERE DELLA PSICOLOGA
di
5 min di lettura

Oggi, in una società sempre più globale e tecnologica, il Web rappresenta quel luogo virtuale di infinite interconnessioni, dove navigare tra i vari contenuti, in una realtà priva di confini e contenitore di nuove e flessibili identità.

Ma se da un lato la Rete aiuta ad informarsi ed aprirsi socialmente, dall’altro può nascondere vere e proprie “insidie” alle quali gli utenti possono andare incontro, rimanendo imbrigliati in meccanismi molto pericolosi.

La pratica del Sexiting

Tra le pratiche che si sono diffuse negli ultimi anni rientra il “Sexiting”, che consiste nell’invio di messaggi con foto o video a contenuto sessualmente esplicito tramite i dispositivi digitali. Nella maggior parte dei casi si tratta di riprese o scatti di nudi parziali o integrali che vengono scambiati in chat.

Se da una parte nasce come piccante diversivo tra partners giá consolidati, o stuzzicante curiosità per single in cerca di nuove conoscenze -ma sempre messi in atto in “maniera consenziente”-, quando non gestito con attenzione e consapevolezza, può comportare dei rischi molto seri.

È quello che sta accadendo oggi sempre piú spesso, nel momento in cui il materiale ottenuto viene utilizzato come mezzo per esercitare il controllo o il potere su qualcun altro, manipolandolo con la minaccia della sua divulgazione.

Sempre piú giovani che compiono questa pratica mostrano un’ingenuità per certi versi quasi disarmante, che traspare dall’atteggiamento di fiducia mostrato nei confronti dei destinatari dei loro messaggi, il piú delle volte fidanzati o amici “speciali”; ciò di cui però non si tiene conto è il fatto che, una volta finiti questi rapporti, lo stesso materiale potrebbe essere diffuso senza il consenso dell’interessato e persino usato come forma di ricatto.

Il fenomeno del Revenge Porn

L’invio di materiale a sfondo sessuale per via virtuale è dunque precursore dei cosiddetti casi di “Revenge Porn” (vendetta pornografica), nel momento in cui foto e video intimi vengono divulgati in maniera illecita “senza il consenso dei diretti interessati”, con lo scopo di umiliare, vendicarsi o danneggiare la reputazione delle vittime di tale comportamento.

Quasi sempre sono atti commessi da ex partners dopo la fine di una relazione con l’intento di ledere la dignità degli ex. É chiaro come il materiale possa facilmente diventare strumento di minaccia ed intimidazione per manipolare o ricattare la vittima. In casi piú estremi, le immagini possono essere diffuse su piattaforme illegali o siti pornografici anche per guadagnare denaro.

Delle volte quest’operazione viene fatta con leggerezza, per puro divertimento, ma ben presto finisce per sfuggire di mano anche a chi la mette in atto. Bisogna infatti tenere sempre presente che le attività in Rete sono immediate, repentine e a rapida diffusione: basta un semplice click e un determinato contenuto si è già perso tra le sue maglie, e difficilmente sará possibile eliminarlo definitivamente, anche se si volesse tornare indietro per riparare l’accaduto.

Le conseguenze della “vendetta pornografica”

Il Revenge Porn è considerato una forma grave di “violenza digitale”, ed ha delle conseguenze psicologiche e sociali devastanti per chi lo subisce, originate dal “profondo senso di violazione e vergogna” legati all’esposizione pubblica della propria intimità.

Il terrore di essere riconosciuti può spingere a ritirarsi dalla vita sociale, interrompendo le relazioni scolastiche o lavorative, ed amicali.

L'”isolamento” è una delle conseguenze piú drammatiche che insieme, al “forte senso di impotenza” può portare a sentimenti di profonda tristezza e disperazione, perdita di interesse per qualsiasi aspetto della propria esistenza, finanche all'”ideazione suicidiaria” come precursore del tentativo estremo di porre fine ad una sofferenza così forte.

Il suicidio come “fuga estrema” dalla sofferenza

L’ideazione suicidiaria nasce dal senso di devastazione emotiva ed è strettamente connessa alla percezione di “irreparabilità del danno” e alla “perdita di potere sulla propria immagine e sul diritto all’autodeterminazione”.

La diffusione di contenuti intimi e sessuali espone a “giudizi morali” di conoscenti e non, ma soprattutto dei familiari che possono sperimentare anch’essi, insieme alla vittima, “sentimenti di disonore”.

In un contesto emotivo cosí delineato, per via del “forte senso di colpa” e dell’”irreparabilitá dei danni alla propria reputazione”, il suicidio rappresenta una “fuga estrema” da questo insopportabile dolore.

Larimar: Revenge Porn dietro il suo gesto estremo

Proprio negli scorsi giorni il caso della giovane di Piazza Armerina che si è tolta la vita impiccandosi ad un albero del giardino di casa.

Tra le ipotesi c’è quella che la ragazza sia stata proprio vittima di Revenge Porn, e che abbia compiuto il gesto estremo per timore che alcune sue immagini intime venissero diffuse e finissero in chat di amici o conoscenti.

Prevenzione del fenomeno

Il Web e le sue dinamiche espongono in particolar modo una categoria di persone, che è quella delle giovani generazioni e dei minorenni.

I ragazzi preadolescenti ed adolescenti risultano essere “particolarmente vulnerabili”, in quanto la loro vita relazionale è culturalmente legata alle nuove Tecnologie e alle loro forme comunicative, ed è associata al potere della condivisione dell’immagine individuale.

Ecco perché appare fondamentale che un lavoro di prevenzione di alcuni fenomeni, come quello del Sexiting e del Revenge Porn, parta proprio da un uso consapevole della Tecnologia e dalla promozione di una cultura digitale positiva che possa contrastare la diffusione di alcune dinamiche pericolose, partendo dal rispetto della “privacy”, ad iniziare dalla propria, evitando la condivisione di contenuti intimi che, anche se scambiati con persone fidate, possono potenzialmente essere diffuse senza consenso, sino ad arrivare alla sensibilizzazione sull’importanza del “rispetto” nelle relazioni, e dalla “creazione di confini chiari” che pongano dei “limiti” ad alcune condotte, sebbene sicuri della fiducia riposta nel partner.

Prevenire il Revenge porn richiede un “approccio integrato” che include consapevolezza personale, protezione digitale e promozione di una cultura del rispetto. Tutto ciò per evitare a monte l’innescarsi di dinamiche altamente lesive dell’immagine, della moralità e dell’intimità delle persone.


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