PALERMO – L’inchiesta di Catania è solo l’ultimo capitolo in un ormai lungo elenco di indagini penali sul sistema dei rifiuti siciliano. Quel sistema “di illegalità diffuso e radicato”, come è stato definito dalle commissioni parlamentari che se ne sono occupate. Un sistema in cui le infiltrazioni mafiose sono più che un pericolo. Anche grazie a un caos normativo e gestionale a cui non si riesce a mettere rimedio. Una nuova legge di riforma, l’ennesima, si trova all’Ars. “Sarebbe bello che le coscienze dei parlamentari dell’Ars fossero scosse in tal senso per provare ad accelerare la riforma. Che è già stata approvata nella commissione competente e ora deve essere esaminata in commissione Bilancio”, dice a Livesicilia l’assessore regionale Vania Contrafatto.
“L’operazione condotta dalla Dda di Catania – scrive in una nota Contrafatto -, che ha portato alla luce un traffico illecito di rifiuti, dimostra ancora una volta quanto questo settore sia oggetto di interessi criminali di ogni genere e per questo non possiamo che ringraziare la magistratura e le forze dell’ordine per il lavoro svolto. Il Governo si è sempre impegnato a segnalare tutti i comportamenti ritenuti non in linea con il buon andamento della Pubblica Amministrazione e ha attuato, al contempo, diverse rotazioni negli uffici allo scopo di scardinare un sistema cristalizzato che rischia di affidare poteri decisionali sempre alle medesime figure. Interverremo duramente nei confronti di funzionari della Pubblica Amministrazione che dovessero risultare coinvolti, mantenendo altissima la guardia e contrastando infiltrazioni e comportamenti lesivi del pubblico interesse”.
Anche il presidente della Regione Rosario Crocetta ha annunciato provvedimenti per i funzionari coinvolti nell’inchiesta catanese. “Il fenomeno della corruzione negli ultimi anni ha sempre coinvolto funzionari e dirigenti intermedi e non più come avveniva in passato anche figure apicali per un motivo semplice: le figure apicali vengono nominate dal governo, quelle intermedie in via burocratica”, dice il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. “È ora di dire basta – aggiunge – il garantismo non può essere spinto fino al punto di diventare immunità per burocrati corrotti. Agiremo con la severità che richiede la situazione”. Per Crocetta “fatti come questa inchiesta della Dda sul traffico dei rifiuti pericolosi dimostrano come l’azione di governo per un migliore sistema dei rifiuti sia contrastata da alcuni settori deviati dell’amministrazione che rappresentano un passato che vuole continuare ad agire nel presente in totale opposizione a un governo che sta cambiando le cose in Sicilia”.
Rotazioni e sanzioni per i dipendenti infedeli, però, sono solo un pezzo di una più ampia strategia che si mostra più necessaria per scardinare un sistema che offre alla mafia e ai comitati d’affari occasioni di ingenti guadagni a scapito dell’ambiente e della salute pubblica. E questo anche grazie ai varchi che i regimi emergenziali hanno via via aperto, secondo quanto emerso dalle diverse inchieste che negli anni hanno riguardato il settore.