CATANIA – Meno del dieci per cento dei Comuni etnei in regola con la legge. Per la precisione, ben 49 Comuni sui 58 totali non hanno recepito la norma, n. 190 del 2014, relativa al riordino delle società partecipate. Tra questi, stranamente, dato il caos che ha regnato energia intorno alle società legate al comune di Catania, non figura Palazzo degli elefanti, la cui posizione è inserita tra quelle degli enti che hanno fatto tutto quello che era stato obbligato loro, in tema di riordino e razionalizzazione, cioè predisporre un Piano e corredarlo di dettagliata relazione tecnica. Quello etneo risulta essere l’unico virtuoso – per quanto riguarda l’argomento in questione -avendo inviato entrambi i documenti.
Tutti gli altri, la maggior parte, sono inadempienti. E se per 32 di questi il problema è non aver presentato la relazione, per ben 17 Comuni, nulla è stato prodotto. Nonostante la scadenza fissata per marzo 2015 e la necessità di riorganizzare la spesa, come ricorda la Corte dei Conti nell’ordinanza del 26 febbraio 2016. La norma “dispone che i sindaci e gli altri organi di vertice delle amministrazioni definiscano e approvino entro il 31 marzo 2015, un piano operativo di razionalizzazione, che esponga modalità e tempi di attuazione del processo”. Tutto deve essere corredato da una relazione da trasmettere alla sezione della Corte dei conti. “La mancata trasmissione – si legge ancora nell’ordinanza – costituisce inadempimento all’obbligo di legge”.
E inadempienti, chi totalmente e chi in parte, sono quasi tutti i Comuni. (VEDI L’ORDINANZA), ai quali la Corte ordina di mettersi in regola. Per quanto riguarda il Comune di Catania, unico ente tra quelli in regola, l’assessore alle Partecipate afferma che, presto, l’atto andrà nuovamente in aula. “Il 31 marzo lo presenteremo al Consiglio comunale – dice – per alcuni passaggi operativi e perché ci sono state anche delle modifiche normative, con la legge Madia”. A quel punto si potrà procedere con l’attuazione della razionalizzazione.