Al comune di Palermo serve aiuto. La scadenza del 26 maggio si avvicina e entro quella data la quinta città d’Italia dovrà presentare al governo nazionale un piano di riorganizzazione complessiva delle società partecipate, necessario per la seconda tranche da cinque milioni di euro destinata alla Gesip.
Una corsa a ostacoli, visti i tempi risicatissimi, resa ancor più complicata dal fatto di dover riqualificare parte dei 1800 lavoratori della Gesip che dovranno cambiare mansione. Il piano non è ancora stato definito, anche se dal comune assicurano che i tempi saranno rispettati e che, soprattutto, sarà prima sottoposto al vaglio del prossimo sindaco.
Ed è proprio la partita della formazione quella più delicata, perché verrà finanziata dal Fondo sociale europeo. Il piano dovrà essere predisposto in modo tale che possa avere accesso al programma comunitario e che rispetti quindi tutti i vincoli, ma al comune nessuno si è mai occupato di formazione e soprattutto nessuno vuole prendersi questa responsabilità.
Sarà necessario, quindi, affidarsi a un soggetto terzo, consulente o azienda che sia, che guidi l’ente nella redazione di questo piano sulla base delle linee guida decise dal commissario. Ma, prima di rivolgersi all’esterno, il comune sta verificando che non ci siano le necessarie professionalità all’interno dell’amministrazione. Un adempimento imposto dalla legge e dalle sentenze della Corte dei Conti.
Per questo il capo di gabinetto, Sergio Pollicita, ha diramato una circolare per chiedere ai dirigenti del comune di “comunicare eventuali nominativi del personale dipendente in possesso delle professionalità e del relativo inquadramento giuridico necessario all’espletamento dell’incarico”.
Una dicitura abbastanza generica che però dovrebbe riguardare solo i dipendenti di fascia D, che devono anche vantare non solo i titoli necessari alla redazione del piano (quali non è dato saperlo), ma anche un’esperienza nel settore. Requisiti di non facile reperimento, non fosse altro che qualora qualche dipendente ne fosse pure in possesso, dovrebbe anche accettare di svolgere l’incarico gratuitamente e con tutti i rischi che ne conseguono. Una bocciatura del piano creerebbe infatti un danno erariale e politico non indifferente.
A Palazzo delle Aquile, per intenderci, danno per scontato che nessuno si farà avanti e per questo sarebbero già partite le trattative con un soggetto privato, come detto ieri ai sindacati della Gesip che addirittura, nei loro comunicati, danno l’affidamento per già fatto. Un affidamento che avrà presumibilmente un costo non indifferente e che certifica l’incapacità del comune di redigere il piano. Se è vero infatti che l’ente non ha mai trattato un tema come la formazione, è altrettanto vero che la riorganizzazione delle società partecipate dovrebbe essere competenza della politica e quindi, per ora, della Latella. Ma il commissario è consapevole di essere un tecnico e per questo vuole aspettare che il prossimo sindaco dia l’imprimatur al piano: l’ex prefetto sarebbe pronta a contattarlo già il 21 per un confronto, visto che in appena cinque giorni il piano andrà definito e non è detto che il futuro primo cittadino lo condivida.
AGGIORNAMENTO
Secondo alcuni rumors, la società a cui è stata affidata la redazione del piano è la Ernest&young, una società attiva nel settore dei servizi alle imprese che ha già collaborato, in più occasioni, con il ministero dell’Interno. Una scelta non casuale, secondo alcuni, visto che il via libera definitivo arriverà anche dal dicastero della Cancellieri a cui fa capo, tra gli altri, la Latella.