Punto vendita a rischio chiusura |Novantanove i lavoratori coinvolti - Live Sicilia

Punto vendita a rischio chiusura |Novantanove i lavoratori coinvolti

E’ una storia lastricata di campanelli d’allarme quella del punto vendita di Misterbianco. Da sabato, infatti, partirà una svendita dei prodotti in magazzino, segnale poco incoraggiante alla luce della complessa situazione che il colosso dell’arredamento vive ormai da anni a livello nazionale.

MERCATONE UNO
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MISTERBIANCO – Mercatone Uno: novantanove posti a rischio. E’ una storia lastricata di campanelli d’allarme quella del punto vendita di Misterbianco, dove attualmente sono occupate novantanove persone. Da sabato, infatti, partirà una svendita dei prodotti in magazzino, segnale poco incoraggiante alla luce della complessa situazione che il colosso dell’arredamento e dei prodotti per la casa vive ormai da anni a livello nazionale. Mercatone Uno, che conta circa settantanove punti vendita in tutta Italia, ha presentato al Tribunale di Bologna la domanda di ammissione al concordato preventivo a causa del dimezzamento delle vendite. Di ipotesi di acquisto da parte di altre società si sa poco o nulla. “Delle ipotetiche vendite non sappiamo nulla, ci dicono che stanno prendendo contatti”, conferma Vanessa Marino, Rsa della Filcams Cgil e lavoratrice del punto vendita di Misterbianco. Si paventerebbe però la chiusura di una trentina di sedi, tra queste Misterbianco e Carini (due dei tre punti vendita siciliani). Il termine di presentazione del concordato è fissato per il 19 maggio. Quello che accadrà fino a quel momento è difficile da ipotizzare. Il timore più diffuso è che si proceda alla chiusura di alcuni punti vendita.

E i campanelli d’allarme per la sede di Misterbianco non sono pochi. A partire dal fatto che i dipendenti sono in solidarietà da tre anni. Agli scaffali vuoti e alla poca merce in arrivo si somma la brutta sorpresa ricevuta dai dipendenti nei giorni scorsi. “Sfogliando il volantino promozionale abbiamo notato che il nostro punto vendita non compariva”. In compenso si faceva menzione delle svendite promozionali “ma senza specifiche indicazioni”. “La svendita terminerà il 26 di aprile: non sappiamo nulla del nostro futuro”, aggiunge la sindacalista che preannuncia una manifestazione imminente davanti ai locali aziendali. “Sabato vorremmo protestare per fare sentire la nostra voce: coltiviamo la speranza di non perdere il nostro posto di lavoro”, aggiunge.


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