Romano: "Veti dell'Udc su di noi? | Ma se hanno un terzo dei nostri voti" - Live Sicilia

Romano: “Veti dell’Udc su di noi? | Ma se hanno un terzo dei nostri voti”

Palermo 2012. L'intervista
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2 min di lettura

Avanti tutta su Marianna Caronia, “una candidatura vincente e non seconda a nessuno”, alleanza col Pdl fuori discussione e ilarità sui veti dell’Udc, “che prenderà un terzo dei nostri voti”. Saverio Romano, leader dei Popolari di Italia domani, sfodera ottimismo all’indomani della decisione assunta con gli alleati del Pdl di sostenere due candidati diversi.

Onorevole Romano, partiamo dalla scelta di correre da soli al primo turno. Com’è maturata?
“Già da tempo abbiamo pronte le nostre due liste che volevamo schierare in un’ampia coalizione di centrodestra, partecipando alle primarie. Superata l’ipotesi delle primarie, abbiamo ritenuto che ci fossero le condizioni per una nostra candidatura, visto che il Pdl non ne ha espresso una sua”.

Voi le volevate le primarie?
“Avevamo dato al nostra disponibilità. Noi riteniamo la candidatura di Marianna Caronia vincente, e sicuramente non seconda a nessuno dei candidati in campo”.

Ma sull’accordo mancato al primo turno non ha pesato il veto dell’Udc che ha detto a chiare lettere di non volervi in coalizione?
“Mi viene da ridere. Anzi tutto, noi non abbiamo mai dato alcuna disponibilità di convergere su un’ipotesi Costa. E mi viene davvero da ridere a pensare che un partito che prenderà un terzo dei voti che otterremo noi con le nostre due liste possa porre veti. Comunque, le preoccupazioni di ex amici nostri non ci interessano, ognuno per la sua strada, noi non abbiamo preclusioni per nessuno”.

E poi avete stretto un patto di convergenza al ballottaggio, quindi la vostra strada e quella dell’Udc potrebbero riunirsi a secondo turno…
“Noi il patto l’abbiamo col Pdl, dopo di che saranno i risultati elettorali a determinare le leadership”.

Non trova che fin qui si sia parlato troppo poco della città e dei suoi problemi?
“Guardi, noi abbiamo mantenuto a lungo un elegante silenzio, perché questo gioco al massacro dei candidati non ci piaceva. In questo quadro, Marianna Caronia si è distinta, parlando dei veri problemi della città”.

Siete stati con il precedente sindaco fino alla fine: qual è il suo giudizio rispetto all’esperienza politica dell’amministrazione Cammarata?
“Cammarata va giudicato a mio avviso per i dieci anni del suo mandato e non solo per l’ultimo periodo che è stato condizionato da uno scontro con una Regione che non è stata amica. Ora però credo che occorra concentrarsi sul dopo-Cammarata”.

Un dopo-Cammarata che alla luce dei conti del Comune richiederebbe un’ampia convergenza politica piuttosto che una balcanizzazione come quella che si è vista finora, non trova?
“Noi l’abbiamo auspicato. Il problema è che in questi giorni abbiamo visto occuparsi di Palermo gente che non conosce Palermo, i Briguglio, i Granata, i D’Alia, gente che non la vive, che non ha un progetto per la città, come invece ce l’ha Marianna Caronia”.


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