Crocetta sul "Caso Consoli":| "Irriconoscente. Bene sia andato" - Live Sicilia

Crocetta sul “Caso Consoli”:| “Irriconoscente. Bene sia andato”

Il presidente Crocetta commenta il passaggio del vicesindaco a Centro democratico, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario del Tar. (Nella foto con il presidente del Tribunale amministrativo Vinciguerra).

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CATANIA – “Sinceramente io l’ho incontrato tre volte”. Liquida così, il “caso Marco Consoli”, il presidente della regione, Rosario Crocetta, presente alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar, sezione Catania. “Poi ho appreso che sarebbe stato addirittura vicesindaco a carico del Megafono, ovviamente è stata una scelta del sindaco Bianco, che io rispetto perché non mi piace intervenire nelle vicende amministrative”.

Insomma, Crocetta si smarca da quanto accaduto nella politica etnea – il vicesindaco Consoli oggi ha ufficializzato il passaggio al Centro democratico di Tabacci – prima di affondare un colpo al suo ex, sconosciuto, alleato. “Se questo Marco Ponsoli -ironicamente lo chiama così, o forse perché non ricorda bene il nome- pensa di potere fare il rinnovamento della politica con Attaguile, che è uno degli uomini più vecchi del vecchio sistema, meno male che questa gente se ne vada. Io rispetto le idee altri – continua Crocetta – ma a nessuno permetto di insultare e di essere così irriconoscente e di utilizzare il movimento, i partiti, come taxi. Se uno agisce così, vuol dire che è così, quindi ha fatto bene ad andarsene”.

Un episodio che, stando al Presidente, non toglierà nulla all’azione del Megafono. “Io molto spesso dico che il Megafono non ha bisogno neanche di eletti – sottolinea – è un’idea, un movimento. Ha bisogno di giovani, di donne, che rappresentano le istanze della società e quando vanno nelle istituzioni non ci vanno per la poltrona, per avere il potere, o pensando a come piazzarsi poi in una lista alle nazionali. Ci vanno per svolgere un’opera di servizio. Sicuramente – conclude – dai nomi che ho sentito siamo non alla Prima Repubblica, siamo a ben altro. E dispiace che certi giovani si facciano affascinare dalle sirene del potere”.

 

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