PALERMO – Dopo aver salito quegli scalini ed aver osservato bene le mani della statua, i palermitani sono increduli. Di fronte a quello che definiscono uno “scempio” restano a bocca a perta e allargano le braccia: “Non c’è più niente da fare, questa città non ha limiti”, dicono Luigi Giordano e la moglie Elvira Napoli. Sono tra i tanti cittadini che in questi giorni si sono recati davanti a Porta dei Greci, al Foro Italico, per constatare coi loro occhi che anche la patrona di Palermo è finita nel mirino.
Il carro collocato nei pressi di piazza Kalsa dal giorno dell’ultimo Festino, fa così da sfondo all’ennesimo amaro episodio che si verifica in città. “Ne sentiamo ogni giorno tante – afferma Mario Caracausi, che passeggia dopo aver preso un gelato – ma questa ci mancava. Non si sa più se ridere o piangere, anche quello che dovrebbe essere sacro diventa preda per facili guadagni”.
Il giglio che Santa Rosalia teneva stretto nella mano destra era stato realizzato in ottone argentato dal maestro orafo Michele Matranga e dal maestro argentiere Benedetto Gelardi. A disegnarlo, Domenico Pellegrino: è stato lo stesso artista, alcuni giorni fa, ad informare gli utenti di Facebook del furto.
“Non ci sono parole – dice Concetta Garufi -. Io abito qui in zona e sono indignata per quello che ogni giorno vedo. Commercianti abusivi, posteggiatori, bambini lasciati in balìa della strada. Il carro ultimamente è anche stato circondato dai rifiuti, si formano vere e proprie discariche a cielo aperto intorno. E pure la statua ora è stata presa di mira. Sono indignata e mi vergogno di essere palermitana”.