GIARRE. Si conclude oggi in Sicilia, come previsto e senza nuove proroghe, l’esperienza degli Ato, gli Ambiti territoriali ottimali. La gestione del servizio dei rifiuti passa alle neo costituite Srr, e di fatto ai comuni, in un clima di confusione secondo il presidente del Collegio dei liquidatori dell’Ato Ct1 Joniambiente, Francesco Rubbino, che oggi ha tenuto una conferenza stampa di chiusura.
“Le Srr non sanno cosa fare, i comuni altrettanto – dichiara Rubbino – Il decreto assessoriale non è molto chiaro. Sostanzialmente finiscono gli Ato, come società, e da domani le competenze passano ai comuni. Questi ultimi però non sono preparati e quindi l’assessorato regionale all’Ambiente nominerà dei commissari a supporto dell’attività dei sindaci. Una situazione troppo macchinosa. Tra l’altro – prosegue l’ormai ex presidente dell’Ato Ct1 – c’è da prorogare il servizio di raccolta dei rifiuti alle ditte, l’autorizzazione a conferire nelle discariche e tanto altro. Mi auguro che domani mattina il commissario affronti subito queste problematiche perché altrimenti si verificheranno disservizi nei vari comuni”.
In molti hanno definito in questi anni gli Ato un carrozzone costoso e fallimentare. Sulla questione interviene il legale della società d’ambito, Agatino Cariola, che fa dei distinguo. “Quando si sono costituiti gli Ato, l’idea – spiega l’avvocato Cariola – era quella, non a caso sono stati definiti ambiti territoriali ottimali, di realizzare economie di scala. Quest’Ato ha tre dirigenti, Franco Musso, Giulio Nido e Nino Germanà, che se non ci fosse stata la Joniambiente, avrebbero comunque rappresentato un costo a carico dei vari comuni. Ognuno di loro avrebbe dovuto occuparsi di un solo comune, invece tutti e tre si sono occupati di ben 14. Se quest’Ato, invece di avere tre dirigenti, come altri Ato siciliani, ne avesse avuti venti, è ovvio che il discorso sarebbe stato opposto. A quel punto sarebbe servito per assorbire personale aldilà delle necessità. Questo alla Joniambiente paradossalmente non è avvenuto. Io assisto più Ato in Sicilia – e qui il legale entra nello specifico – Ad Enna, per esempio, l’Ato aveva cento dirigenti. Con lo scioglimento delle società, al solo comune di Piazza Armerina passeranno sette dirigenti”.
Per il rappresentante del Collegio dei liquidatori il bilancio di questi anni non può che essere positivo. “Quest’Ato non solo non è fallimentare – spiega Francesco Rubbino -ma ha consentito lo svolgimento di un servizio ottimale in tutti i 14 comuni, nonostante moltissimi di loro non abbiano pagato regolarmente. Siamo partiti nel febbraio del 2006 e, per fare un esempio concreto, la prima fattura è stata pagata dal comune di Giarre solo18 mesi dopo, alla fine del 2007. Usando i fondi degli altri enti, perché la cassa era unica, abbiamo consentito a questi comuni di tenere i loro bilanci in ordine. Vedrete che da domani i costi aumenteranno moltissimo. Non abbiamo mai appesantito l’organico dell’Ato con clientelismi di nessun genere – dichiara con un certo orgoglio Rubbino – Avevamo 250 operatori ecologici e ne stiamo consegnando altrettanti ai nostri comuni. Non abbiamo fatto assunzioni di nessun genere, nonostante le pressioni siano state tantissime. E poi stiamo restituendo ai comuni un servizio che oggi è efficiente”.
Ma il bilancio di chiusura della Joniambiente non può non tener conto dell’operazione Nuova Ionia, l’inchiesta giudiziaria condotta dalla Dia abbattutasi ad inizio anno. “Le inchieste della Dia sono sempre positive perché il controllo è necessario – dichiara ancora Rubbino – Dagli atti risultano cose estremamente marginali per quel che riguarda l’attività amministrativa dell’Ato. Altro discorso per quel che concerne le infiltrazioni della mafia. Io sono stato interrogato e abbiamo fornito tutta la nostra collaborazione ma alla data odierna non ci risulta nulla di rilevante”.