Saldi al via il 2 gennaio| Ogni famiglia spenderà 184 euro - Live Sicilia

Saldi al via il 2 gennaio| Ogni famiglia spenderà 184 euro

I consigli di Federconsumatori per gli acquisti che in città toccheranno il tetto dei 36 milioni.

PALERMO – Partiranno il 2 gennaio i saldi in Sicilia. L’Isola è pronta ad anticipare le altre regioni italiani, nella speranza di dare una boccata d’ossigeno ai consumi, e Federconsumatori offre i suoi consigli per evitare spiacevoli sorprese anche se il quadro non è certo roseo. Per l’associazione, a Palermo le famiglie spenderanno in media 184 euro, in linea con il passato anche se ad aumentare sarà il numero delle famiglie disposte ad acquistare. Il 40% delle famiglie di Palermo e provincia comprerà durante i saldi, in leggero aumento rispetto allo scorso anno (il 38%), pari a un totale di 197.080 famiglie. Il giro di affari sarà di 36,26 milioni di euro. Una cifra superiore al 2015 (33,5 milioni), al 2014 (32,6) e al 2013 (35,3), ma inferiore al 2012 (42 milioni), al 2011 (60) e al 2010 (62).

“La partenza ufficiale dei saldi ha perso da tempo l’interesse generale dei consumatori. Tra sms, telefonate e mail ai clienti, card fidelizzanti, le vendite con sconti, dal 20% sino al 50%, alla cassa avvengono già da tempo – dice Lillo Vizzini, presidente di Federconsumatori Palermo – Al punto da inficiare la correttezza di qualunque proiezione sui saldi stessi. D’altronde la normativa regionale li ha praticamente liberalizzati: basta solo non pubblicizzarli prima dell’avvio ufficiale”. “Complessivamente i consumi natalizi si sono attestati mediamente su percentuali residuali, intorno al +0,5% – scrive in una nota l’associazione – i consumi sono rimasti stabilii su editoria, profumeria e giocattoli, ma si è registrato un calo del -3,4% su mobili ed elettrodomestici e un più consistente -12,6% su viaggi e turismo. L’unica vera nota positiva è stata la ripresa dei consumi alimentari, + 3,1%, e, dell’elettronica di consumo, + 1,2%. Al nord, soprattutto nei grandi centri, i dati descrivono una situazione lievemente migliore”.

Non va meglio per Capodanno. “Poche famiglie sceglieranno di cenare fuori casa, solo una su nove – continua Federconsumatori – soprattutto tra i giovani che, mentre negli anni passati optavano per viaggi o cene tra amici, torneranno in famiglia, all’insegna del recupero delle tradizioni, degli affetti e del risparmio”.

In merito ai saldi, secondo Federconsumatori, la raccomandazione più importante è quella di verificare, prima della loro partenza ufficiale, il prezzo pieno del prodotto che si intende acquistare, anche fotografandolo con il cellulare, per avere una prova certa del prezzo originario. Solo in questo modo sarà possibile valutare la reale convenienza dell’acquisto e smentire le furbate di qualche commerciante scorretto. Infine un decalogo di pratici consigli: non fermarsi mai davanti alla prima vetrina, confrontare i prezzi e, in ogni caso, orientarsi verso beni o prodotti che servono veramente; diffidare dalle vetrine tappezzate dai manifesti (che non consentono di vedere la merce) o che reclamizzano sconti eccessivi, pari o superiori al 60%; la merce in saldo deve essere tenuta separata e ben individuabile rispetto a quella a prezzo pieno; attenzione alla presenza delle etichette, quella di origine permette di risalire al produttore, quella di contenuto garantisce la composizione del prodotto, quella di manutenzione informa sulle modalità di lavaggio per evitare rischi. Occhio poi al cartellino del prezzo: su ogni prodotto deve essere indicato, obbligatoriamente ed in modo chiaro e leggibile, il vecchio prezzo, quello nuovo e il valore in percentuale dello sconto. Non esiste l’obbligo di far provare i capi ma è bene diffidare dall’acquisto di capi di abbigliamento che non si possono provare. Da giugno 2014 i commercianti hanno l’obbligo di accettare il pagamento con carte di credito o bancomat tramite pos per cifre superiori a 30 euro e bisogna sempre conservare lo scontrino quale prova di acquisto. Sarà prezioso in caso di merce fallata o non “conforme”, in quanto obbliga il commerciante alla sostituzione o al rimborso di quanto pagato. Non sono rare le controversie con i negozianti che, in presenza di merce difettosa e impossibilitati a sostituirla, sostengono di non poter rimborsare i clienti perché l’annullamento dell’operazione di cassa sarebbe vietata dalle norme fiscali. Ai sensi dell’articolo 130 del Codice del Consumo la merce difettosa deve essere sostituita o il prezzo rimborsato, specialmente se c’è difetto grave e non riparabile. Inoltre, l’operazione di cassa può essere modificata anche nei giorni successivi.

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