SALEMI (TRAPANI) – La sua storia d’amore con Salemi era iniziata in una calda serata di fine giugno di sei anni fa, tra i fuochi d’artificio e una pioggia di voti che gli avevano fruttato oltre il 60 per cento al ballottaggio contro il centrosinistra. E’ finita con la vendetta del Pd e con un post amaro su facebook: “Salemi cancellata dalla carta geografica”. Vittorio Sgarbi si è fermato un gradino sotto la vittoria finale nella corsa che ha ridato un sindaco alla città dopo le dimissioni del critico d’arte nel febbraio 2012 e lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Il tentativo di tornare in sella al Comune, dopo uno scioglimento che Sgarbi ha sempre ritenuto ingiusto, non è riuscito e così Salemi torna ad avere un sindaco ‘normale’.
Vince Domenico Venuti, volto giovane ma con una lunga militanza nel Pd, sostenuto anche da Udc e Articolo 4: mette in fila 1.957 preferenze, toccando quota 35 per cento. Sorride il capogruppo dei democratici all’Ars, Baldo Gucciardi, salemitano e promotore della candidatura di Venuti, così come dell’alleanza con i centristi e gli uomini di Lino Leanza. Sgarbi e il suo Partito della rivoluzione arrivano al secondo posto di una gara che vedeva il numero record di sette candidati sindaco: 1.569 voti, pari al 28,1 per cento. La risposta di Venuti al post targato Sgarbi è arrivata direttamente dal palco della centralissima piazza Libertà, dove i salemitani hanno salutano il loro nuovo sindaco: “La città ha vissuto anni bui, ma adesso ne siamo fuori. I vecchi giochetti politici questa volta non hanno funzionato. E’ la vittoria elettorale più bella degli ultimi vent’anni”.
Venuti e Sgarbi hanno fatto il vuoto con gli altri candidati: terzo posto per il candidato di Forza Italia, Nicola Gucciardi, che con 683 voti si ferma al 12,2 per cento. Quarto e quinto posto per i candidati di due liste civiche, Gianni Armata (8,4 per cento) e Nino Ardagna (7,1 per cento). Flop del Movimento cinque stelle, penultimo con il 5,8 per cento, e tracollo del Nuovo centrodestra con Salvino Amico (3,4 per cento).
Sorridono anche le liste del centrosinistra: sfonda il Pd, che va oltre il 25 per cento e acciuffa sette dei venti consiglieri comunali, mentre tre vanno ad Articolo 4 (8,8 per cento) e due all’Udc (6,8 per cento). Gli altri otto consiglieri finiscono all’opposizione: due al Partito della rivoluzione di Sgarbi (14,2 per cento), due a Forza Italia (11,9 per cento) e tre ad altrettante liste civiche, uno al Movimento cinque stelle.
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