PALERMO – Un mercato immobile e l’impossibilità di potere agire liberamente. A Palermo Nicola Salerno non è riuscito a lasciare il segno nella sua breve parentesi in rosanero, terminata appena un mese fa in seguito alle troppe divergenze con il patron Maurizio Zamparini. Proprio l’ex direttore sportivo dei siciliani è tornato a parlare di questa esperienza da dirigente nel club di viale del Fante per cercare di fare chiarezza sul suo operato, qualificato come ‘inesistente’ dalla maggioranza dei tifosi rosa: “Qualcosa in più a gennaio andava fatto. Bisognava trovare i giocatori giusti per dare una svolta a questa squadra – ha ammesso Salerno al Giornale di Sicilia –. La cessione di Quaison era obbligata dalla scadenza del contratto, per il Palermo era l’ultima occasione per poterlo sistemare. È stata tutta una questione di logica aziendale”.
Ma oltre alla vendita dei due svedesi, Hiljemark e Quaison, ed agli innesti ‘comandati’ di Sunjic e Stefan Silva, il dirigente di Matera avrebbe voluto fare di più: in cima alla sua lista erano presenti un portiere d’esperienza come l’ex Manchester City Pantilimon, ed un attaccante di peso che potesse alternarsi con Nestorovski: “Sì, ci voleva un giocatore alla Borriello”, ha sottolineato Nicola Salerno, il quale riguardo il cambio della proprietà spera in un esito positivo della trattativa: “Baccaglini e Zamparini hanno un accordo, entro una certa data deve esserci il closing. Chiaramente il ritardo fa preoccupare, ma speriamo che le cose vadano per il meglio”.