Salute compatibile con il carcere | Il boss Manciaracina torna in cella - Live Sicilia

Salute compatibile con il carcere | Il boss Manciaracina torna in cella

E’ venuto meno ogni pericolo di salute che nell’aprile del 2008 aveva condotto fuori dal carcere il noto boss mazarese Vito Manciaracina. Per i giudici lo stato di salute dell’esponente mafioso è compatibile con la detenzione carceraria

Mazara del Vallo
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TRAPANI – E’ venuto meno ogni pericolo di salute che nel maggio del 2014 aveva condotto fuori dal carcere in regime di detenzione ospedaliera il noto boss mazarese Vito Manciaracina. Per i giudici lo stato di salute dell’esponente mafioso è compatibile con la detenzione carceraria e stamane i carabinieri della compagnia di Mazara lo hanno ricondotto in cella. Questo in coincidenza dell’ennesima condanna all’ergastolo, stavolta per il delitto dei boss mafiosi marsalesi Gaetano D’Amico e Francesco Craparotta.

Si tratta di un duplice delitto risalente agli anni ’90, duplice omicidio che scatenò la guerra di mafia a Marsala, faida ordinata dal capo dei capi della mafia corleonese Totò Riina, all’epoca latitante nella zona di Mazara. La guerra di mafia fu deliberata da Riina per dar modo alla frangia corleonese di prendere il controllo della cosca di Marsala. Decisione presa durante una cena, nel corso della quale Riina personalmente pronunciò il perentorio invito a disfarsi delle “spine”, ossia gli avversari dei corleonesi. La faida determinò la morte di decine di uomini d’onore, D’Amico e Craparotta furono i primi. D’Amico fu soffocato con una corda e Craparotta assassinato con un colpo di pistola alla fronte, fatti avvenuti a Mazara del Vallo l’ 11 gennaio 1992. Manciaracina deve finire di scontare una condanna a sei anni per associazione mafiosa. Figlio di Manciaracina è quell’Andrea Manciaracina, arrestato qualche anno addietro dalla Squadra Mobile all’interno di una dependance di una villa signorile marsalese, dove era nascosto con un altro super latitante, Natale Bonafede.

Andrea Manciaracina, braccio destro dell’attuale latitante Matteo Messina Denaro, è citato nella sentenza di prescrizione e assoluzione pronunciata nei confronti del senatore a vita Giulio Andreotti. A metà degli anni ’80 Andrea Manciaracina, giovanissimo all’epoca, ebbe occasione di appartarsi con Andreotti, allora ministro degli Esteri, durante una visita di questi a Mazara del Vallo.


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