Salvo il Giglio, tutti “promossi” | Ospedali, la nuova rete di Gucciardi - Live Sicilia

Salvo il Giglio, tutti “promossi” | Ospedali, la nuova rete di Gucciardi

Il Piano prevede la moltiplicazione delle strutture più grandi. Primo passo verso i concorsi. Tutte le novità, provincia per provincia.

PALERMO – Salvo il Giglio di Cefalù, promossi Villa Sofia-Cervello a Palermo, Garibaldi e Policlinico a Catania. Stamattina l’assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi ha illustrato ai sindacati il nuovo “scheletro” della rete ospedaliera siciliana. Una riunione nei locali dell’assessorato alla Salute che sembra aver accontentato tutti. E del resto, nella rete ospedaliera presentata oggi, rispetto a quella del luglio scorso, crescono ospedali “centrali” e vengono promosse diverse strutture inizialmente indicate inizialmente come “presidi di base”. Una “riclassificazione” che si tradurrà – a parte qualche caso isolato – nel mantenimento delle strutture esistenti, compreso, per ciascuna struttura, il pronto soccorso.

Hub e spoke: la nuova rete

La nuova rete, infatti, segue il modello che suddivide gli ospedali gerarchicamente in “hub” (strutture di secondo livello altamente specializzate e integrate), “spoke” (grossi ospedali che dispongono di aree di pronto soccorso di primo livello con funzioni di rianimazione e degenza), presidi di base (sono quelli che mantengono almeno quattro unità operative come i pronto soccorso, la chirurgia generale, la medicina generale e l’ortopedia), ospedali in zone disagiate (dispongono delle strutture base per affrontare le emergenze). Nella nuova rete, poi, ecco la novità: scompaiono gli “ospedali di comunità” (poco più che ambulatori con la presenza di medici di base, psicologi e infermieri) e spuntano le strutture in zone “ad alto rischio ambientale”.

Palermo e Trapani

La nuova rete “moltiplica” i grossi ospedali. Gli “spoke” diventano 18, mentre dai tre “hub”, ossia le strutture di più grande dimensione che dovevano fungere da centri di coordinamento per tutto il bacino, si passa a otto. A cominciare da Palermo. Lì, a luglio, l’unico hub individuato era quello dell’Arnas Civico. Nella rimodulazione ecco spuntare anche Villa Sofia-Cervello e Policlinico di Palermo che copriranno il bacino che comprende anche la provincia di Trapani. Una “promozione” che ovviamente si traduce in possibilità di tenere aperte diverse Unità complesse e di evitare in qualche caso la fusione con altri ospedali dove sarebbe stata impossibile la duplicazione dei reparti e dei primariati.

Scongiurato poi lo “smantellamento” dell’ospedale Giglio di Cefalù: l’idea di indicarlo come “presidio di base” resa nota quest’estate avrebbe infatti costretto la struttura alla chiusura di diversi reparti e a un vero e proprio ridimensionamento: il Giglio invece è “promosso” in “spoke”, ossia la struttura immediatamente al di sotto dell’hub. E nel palermitano è in buona compagnia, visto che a essere promosso è stato anche l’ospedale “Ingrassia”. Restano quindi, come “presidi di base” solo gli ospedali di Partinico e Termini Imerese, mentre vengono confermati come presidi in zone disagiate quelli di Corleone e Petralia Sottana.

Promozioni anche a Trapani. Diventa “spoke” infatti l’ospedale di Marsala che farà quindi compagnia a quello indicato già a luglio e composto dagli “Ospedali riuniti” di Trapani e Salemi. Confermati come ospedali di base quelli di Mazara del Vallo, Castelvetrano e Alcamo. Presidio in zona disagiata resta quello di Pantelleria.

La Sicilia orientale

E promozioni per tutti anche a Catania. Lì, dall’unico hub che doveva essere rappresentato dal “Cannizzaro”, si arriva a tre “ospedali centrali”: si aggiungono infatti il Policlinico etneo e il “Garibaldi”, nella prima versione della rete indicati come semplici “spoke”. In questa categoria confermato il “Gravina” di Caltagirone mentre si aggiunge l’ospedale riunito Acireale-Giarre inizialmente indicato come semplice presidio di base. In quest’ultimo gruppo ecco spuntare gli ospedali di Biancavilla e Paternò che quindi scongiureranno la chiusura, mentre la struttura di Militello Val di Catania, inizialmente indicata come “Ospedale di Comunità” (poco più che un ambulatorio) viene “promossa” a ospedale in zona disagiata insieme a quello di Bronte.

Nello stesso bacino della Sicilia orientale, passano da uno a due gli spoke della Provincia di Ragusa: all’ospedale “Civile” del capoluogo si aggiunge infatti l’ospedale riunito di Vittoria e Comiso. Inizialmente indicato come presidio di base. Quest’ultimo livello verrà invece ricoperto dall’ospedale di Modica che si unirà però con l’ospedale di Scicli, inizialmente dato come ospedale di Comunità. A Siracusa, invece, all’Umberto I del capoluogo, unico “spoke” nella prima versione della rete, si unisce quello di Avola al quale però si fonde la struttura di Noto, che era stata indicata come semplice ospedale di comunità. Confermato Lentini come ospedale di base, mentre l’ospedale di Augusta diventa una struttura in “zona ad alto rischio ambientale”.

Agrigento, Caltanissetta, Enna

Anche a Caltanissetta spunta un “hub”, una struttura altamente specializzata, quindi, non prevista nella prima versione della rete: è quella che unisce l’ospedale del capoluogo nisseno con quello di San Cataldo. Confermato l’ospedale di Gela come “spoke”, ma da questo, rispetto alla prima versione, vengono separati l’ospedale di Mazzarino che diventa struttura in zona disagiata (insieme a quella di Mussomeli) e Niscemi indicato come ospedale in “zona a rischio ambientale”. Ad Agrigento, insieme allo spoke già individuato in precedenza nel “San Giovanni di Dio” del capoluogo, si aggiunge l’ospedale riunito di Sciacca e Ribera. Confermati come presidi ospedalieri di base quelli di Canicattì e Licata. A Enna, l’Umberto I si “stacca” dagli ospedali di Piazza Armerina e Leonforte e sarà l’unico spoke. Le altre due strutture diventeranno rispettivamente ospedale di base (insieme a Nicosia, promosso anche questo) e ospedale “in zona disagiata”.

Messina

Infine, buone notizie anche a Messina. Anche qui, a differenza della prima versione della rete, spunta una “hub”: è il policlinico della città sullo Stretto. Promossi in “spoke” gli ospedali riuniti Milazzo-Barcellona e l’ospedale di Taormina. Si aggiungono al “Papardo” già individuato in precedenza. Confermati come “presidio di base” invece gli ospedali di Sant’Agata di Militello, Patti e “Pulejo Piemonte”. Tra gli ospedali “in zona disagiata” a quello di Lipari si aggiunge l’ospedale di Mistretta.

L’Ars, il Ministero, i concorsi

La nuova rete adesso dovrà essere sottoposta all’esame anche della commissione Salute all’Ars. A quel punto potrà essere inviata al Ministero della Sanità guidato da Beatrice Lorenzin e dove è recentemente approdato il sottosegretario siciliano Davide Faraone. In quella sede dovrà essere verificato il rispetto dei parametri del più recente decreto ministeriale. Anche perché la “struttura” della nuova rete è molto diversa da quella alla quale il Ministero in estate aveva dato una sorta di “nulla osta” chiedendo solo di apportare alcune integrazioni. A quel punto, se finalmente si avrà il via libera, potranno essere riviste piante organiche e atti aziendali e procedere con i concorsi. Annunciati più di due anni fa.

(Ha collaborato Antonio Giordano)


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