Sammartino e le relazioni pericolose: "C'è un anello di congiunzione" - Live Sicilia

Sammartino e le relazioni pericolose: “C’è un anello di congiunzione”

Tutto su Pietro Cosentino: intercettazioni e favori

CATANIA – Le manette del sindaco, fidatissimo, Santi Rando, i verbali dei pentiti che lo accusano di aver partecipato a incontri con il reggente dei Santapaola, un elenco di favori, assunzioni e perfino la cancellazione di una farmacia prevista, per stringere un accordo politico con un oppositore. Luca Sammartino, il ras dei voti passato dal Pd alla Lega è indagato per due episodi di corruzione, ha lasciato la vicepresidenza della Regione rinnovando la “fiducia nella magistratura”, ma in ballo ci sono relazioni che scottano. Tutto è iniziato nel feudo di Tremestieri Etneo, con quello che è ritenuto “l’anello di congiunzione”.

Tremestieri, il feudo

Una cittadina con poco più di 20 mila abitanti, uno dei Comuni più ricchi della provincia di Catania, un feudo storico di Luca Sammartino, con un poliziotto molto conosciuto divenuto sindaco, Santi Rando, capace di “5 vittorie su 6”, grazie a un “pilastro”, come lo presentava l’ex vicepresidente della Regione: Pietro Cosentino, ex consigliere comunale arrestato perché ritenuto anello di congiunzione tra mafia e politica.

Cosentino è un esponente politico con parentele pericolosissime, finito nella bocca dei pentiti, che alle europee scende in campo – su richiesta di Sammartino – per far votare Caterina Chinnici, la figlia del giudice Rocco, assassinato dalla mafia, candidata col Pd prima di passare in Forza Italia. Un sostegno che sarebbe stato garantito grazie anche a “favori”.

Il pilastro e l’epopea nel Pd

“Eravamo all’Ars, nella sala del Pd, dove eravamo, là, Santi così, Costantino, oggi, l’assessore…Ah!…Quindi noi con Luca ci intendiamo. Solo che vedo che trascura le persone”. Pietro Cosentino ha una cimice nel cellulare, racconta dei risultati ottenuti sotto l’insegna del Pd anni fa e ieri è finito in carcere con l’accusa di essere il referente del clan mafioso Santapaola-Ercolano a Tremestieri Eteno: “Si sarebbe adoperato – scrivono gli investigatori – per garantire il rispetto di accordi elettorali per favorire l’elezione dell’attuale sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando”.

Col sindaco, Cosentino si sarebbe proposto come “intermediario” con la mafia. Celebrando un’ascesa politica a cavallo tra Pd, Italia Viva e Lega.

Chi è Cosentino

Tutti lo conoscono. Nell’aprile del 2016 Vito Romeo, fratello della moglie di Pietro Cosentino, viene arrestato per associazione mafiosa ed estorsione, gli investigatori in quel momento lo considerano il braccio destro del boss Francesco Santapaola. Romeo lavora nella nettezza urbana con uno “stipendio d’oro” a Tremestieri Etneo. Dopo il blitz, Pietro Cosentino viene invitato da Rando e Sammartino a rinunciare alla carica di vicesindaco, “ottenendo in cambio – annota il Gip – la sistemazione lavorativa dei figli”. Nel 2018, Sammartino lo contatta: “Ciao, fratello, come sei?”.

Quando lo presenta a un amico in segreteria, Sammartino indica Cosentino come “il pilastro”. La Procura è convinta che le assunzioni siano una ricompensa per l’operato di Cosentino da parte del deputato regionale, “il quale diceva chiaramente che non era necessario acquisire il curriculum della ragazza, essendo sufficiente indicare di chi fosse figlia”. “Lo lascio per te?”? Chiede Cosentino riferendosi al curriculum della figlia, “no, ma non mi serve – risponde Sammartino – io ho scritto <<figlia di…>>”.

Le intercettazioni

Mafia, voti, e timori, Cosentino confida tutto ai propri familiari: “Il fatto che il pentito ora ci sta uscendo tutte le cose perché… dove il pentito parlava che Vito gli raccontava che a Tremestieri per avere dei voti doveva… si doveva cioè, c’era Piero Cosentino sta cosa ripetuta sempre”. Analizzando le intercettazioni di Cosentino, gli inquirenti sono convinti che Sammartino avrebbe garantito al sindaco Rando che, “nonostante le dichiarazioni del collaboratore di giustizia sul Cosentino, lui avrebbe adempiuto ugualmente alla sua promessa di assunzione in favore del figlio, perché si era comportato sempre in modo leale”.

Il passaggio in Italia Viva

L’anno successivo Sammartino organizza il passaggio in Italia Viva, “è diventato e diventerà il primo partito nell’arco di sei mesi in Sicilia, c’è una richiesta bestiale, emorragica di tutti i partiti di venire”. Sammartino comunica a Santi Rando di aver invitato anche Piero Cosentino e di averlo avvisato dell’assunzione del figlio, ma adesso il deputato regionale teme per le dichiarazioni del pentito Salvatore Bonanno.

Le europee

Cosentino è operativo anche durante la campagna elettorale delle europee, quando il Pd spinge Caterina Chinnici, per conquistare il seggio. “Ti darò risposta per Chinnici – dice a Sammartino il presunto anello di congiunzione con i Santapaola Cosentino – salirà a bomba perché 750 contatti, ma tutti col cuore aperto”. I voti arrivano a cavallo di un favore, sopprimere una farmacia prevista a Tremestieri etneo per favorire Mario Ronsisvalle, un oppositore. Sammartino con lui si mette a disposizione da subito, poi chiede di sostenere la Chinnici, prendendo in giro quello che, anni dopo, sarebbero diventati i suoi compagni di partito, ovvero i seguaci di Matteo Salvini.

La Chinnici, per Sammartino, “ha una storia, ha un significato, è la Sicilia che non abbassa la testa, che ormai siamo diventati terra…per i leghisti, che ci devono venire a raccontare a noi siciliani come funziona il mondo”. Il resto è agli atti della magistratura e c’è attesa per l’interrogatorio di Santi Rando, il sindaco del feudo decapitato.



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