Samorì sceglie Cuffaro e lascia "Noi con l'Italia" - Live Sicilia

Samorì sceglie Cuffaro e lascia “Noi con l’Italia”

La formazione di Romano e Lupi lo aveva deferito al collegio dei probiviri perché ricopriva due cariche “incompatibili”:

PALERMO – Gianpiero Samorì lascia Noi con l’Italia. La giornata dei centristi si chiude con un ultimo colpo di scena, l’avvocato modenese abbandona la formazione di Saverio Romano e Maurizio Lupi che lo aveva deferito al collegio dei probiviri perché ricopriva due cariche “incompatibili”: vice segretario nazionale della Dc di Cuffaro e componente del direttivo nazionale di Noi con l’Italia.

La lettera di addio

“Nella giornata di ieri mi è stato impedito di partecipare al congresso del Partito della Regione Calabria sulla base di un inesistente provvedimento assunto da due membri del Collegio dei probiviri in palese violazione a tutte le norme statutarie e del principio del contraddittorio, volutamente violato per impedirmi di dimostrare l’inesistenza di qualunque fatto a me riferibile contrastante con lo Statuto”, si legge in una lettera recapitata ai vertici del partito “Riservata ogni azione nei confronti degli estensori dell’inesistente provvedimento e del Presidente dell’Assemblea che lo ha portato ad esecuzione, prendo atto del venir meno di qualsiasi possibilità di permanere in un siffatto Partito”, si legge nella missiva che riporta la data di oggi. 

Le puntate precedenti

“Rassegno pertanto con effetto immediato le mie irrevocabili dimissioni da membro dell’Ufficio di Presidenza, del direttivo e dalla mia veste di iscritto, pur non potendo restituire la tessera non essendo essa stata consegnata in forma cartacea. Prego pertanto provvedere a togliere il mio nome dal sito nelle cariche sopra indicate”, conclude Samorì che nel pomeriggio di oggi aveva dichiarato che intendeva sciogliere la riserva tra qualche settimana in occasione del congresso della formazione di Lupi. 

Sul caso era intervenuto il leader della Dc Totò Cuffaro ribadendo quanto detto in mattinata a Live Sicilia (“Samorì è dei nostri”). 

La sensazione è che le diatribe al centro, complice la guerra intestina per l’eredità dello scudo crociato, non sarà di così facile risoluzione. 


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