Quando la polizia l’ha accompagnata a casa della madre, dove sarebbe dovuta rimanere ai domiciliari su disposizione del gip, s’é vista chiudere la porta in faccia. “Io qui non la voglio”, ha detto agli agenti la madre della donna di 25 anni fermata con l’accusa di avere picchiato Samuele, il figlioletto di 18 mesi, risultato anche positivo alla cocaina. Un rifiuto ripetuto dal padre, dal fratello, dalla cognata e dai centri di assistenza contattati dal pm Ennio Petrigni, che ne aveva chiesto la custodia in carcere. Alla fine, in piena notte, la madre del bimbo, ancora in Rianimazione all’ospedale di Palermo, è tornata in cella.
E il magistrato è tornato a chiedere la custodia cautelare al gip che provvederà nei prossimi giorni. Se il giudice dovesse ribadire la scelta dei domiciliari la Procura dovrà riattivarsi a cercare un nuovo alloggio alla donna. E’ libero, invece, il compagno, che è indagato in concorso per lesioni colpose dovute alla mancata custodia dello stupefacente. L’uomo, che ha negato di avere picchiato il bambino, ha ammesso di avere fatto uso di cocaina, di averla lasciata incustodita sul tavolo e non ha escluso che il piccolo possa averla ingerita. Nega su tutta la linea invece la madre che ha sostenuto di essersi drogata solo due volte e non la sera dell’incidente e di non avere mai malmenato il figlio che sarebbe caduto da un seggiolone, mai trovato dalla polizia. Il medico legale oggi ha visitato anche l’altro figlio della donna, che ha due anni e mezzo, e che non avrebbe segni di violenza recenti.
Migliorano leggermente, intanto, le condizioni del bambino. “Reagisce in modo più puntuale – dicono dall’ospedale – agli stimoli esterni e questo fa ben sperare. Rispetto ai primi giorni, infatti, in cui era in uno stato ‘soporifero’, ora invece pare più pronto”. Inoltre il danno epatico, riconducibile a percosse e calci “é stazionario – precisano – e questo è, in un caso così delicato, una buona notizia”. Tale da non fare escludere ai sanitari l’ipotesi di “poter sciogliere nei prossimi giorni la prognosi sulla vita”.