Sanità e scandalo: telefoni nel cofano per non essere intercettati

Sanità e scandalo: telefoni nel cofano per non essere intercettati

Tra le carte scritte di pugno dal Gip, le contromisure messe in atto da alcuni indagati: "Il pm è “uno inflessibile”, dicevano.
I DOCUMENTI DELL'INCHIESTA
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CATANIA. Gesualdo Antonio Missale e Ezio Nunzio Campagna, due degli indagati nell’inchiesta-scandalo sulla sanità catanese, nel 2021 erano venuti al corrente del fatto che la polizia giudiziaria stava acquisendo documenti nella segreteria amministrativa della Direzione del Policlinico. Capirono così che era in corso un’indagine.

Missale e Campagna sono due delle diciassette persone – tra cui esponenti di primissimo piano del mondo politico siciliano, come gli ex assessori regionali Ruggero Razza e Antonio Scavone – a cui la Procura di Catania contesta, a vario titolo, ipotesi di reato di “turbata libertà degli incanti” e “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”. Il nocciolo della vicenda, in pratica, riguarda incarichi e presunti favori.
Questo filone, ovviamente, non riguarda i due politici. Secondo il gip, Missale e Campagna avrebbero attivato “canali riservati” per ottenere informazioni sullo svolgimento delle indagini penali”.

Lo avrebbero fatto tramite una persona di fiducia di Campagna, che sarebbe stata in contatto con un ufficiale di altissimo livello delle forze dell’ordine, al quale avrebbero chiesto di “informarsi sull’esistenza di indagini di polizia”. O, meglio, avrebbe dovuto chiedere notizie: in realtà non si ha conferma che, con quell’ufficiale, siano mai riusciti a parlare davvero.
Alcuni indagati si sarebbero preoccupati ulteriormente, una volta conosciuto il nome del pubblico ministero che, secondo i loro canali, si stava occupando degli accertamenti, definendolo uno “inflessibile”. Dalle indagini sarebbe emersa, scrive la Gip, “la ventilata ipotesi di “arrivare” al Pubblico Ministero e comunque la ricerca di informazioni sul suo operato, il suo profilo professionale e le sue scelte investigative, senza risparmiare giudizi fortemente critici e offensivi nei confronti dei magistrati inquirenti”.

Da questo momento in poi, in sostanza, avrebbero iniziato a stare attenti ai temi di cui parlavano. Sarebbe emerso “il ricorso, come mai prima era avvenuto, ad un linguaggio criptico e convenzionale” e “l’adozione di particolari cautele per evitare di essere intercettati, tra le quali il costante rinvio delle discussioni su temi relativi ai progetti PSN ad incontri in presenza, la raccomandazione reciproca a non parlare al telefono, e addirittura, in un incontro” tra Campagna, Missale e Ferlito, nel corso del quale Ferlito avrebbe prelevato “i telefoni cellulari dei convenuti”, collocandoli nel “cofano dell’autovettura lontano dal luogo in cui si sarebbe svolto l’incontro, onde evitare captazioni telematiche”.


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