PALERMO – Ninni Sciacchitano collezionava incarichi e nel frattempo, così sostiene la Procura di Palermo, incassava tangenti per agevolare imprese negli appalti pubblici. Imprese con cui stipulava contratti di consulenza con l’obiettivo di “mascherare” il patto corruttivo: lo ha scritto il giudice per indagini preliminari Cristina Lo Bue che ha emesso nei suoi confronti una nuova ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Le tangenti e la “corruzione sistemica”
Sciacchitano sarebbe il perno di quella che viene definita “una complessiva gestione degli appalti del settore sanitario regionale caratterizzata dall’esistenza di forme di corruzione sistemica, alimentate dalla pericolosa convergenza di interessi fra dirigenti pubblici, esponenti politici, imprenditori del settore sanitario operanti in ambito nazionale e loro collaboratori, legati da logiche di pericolosa contiguità”.
Il commercialista Sciacchitano da esperto di conti pubblici è stato chiamato anche a valutare le performance della Regione siciliana. “A facci ru cazz…”, diceva il napoletano Umberto Perillo della Emedical srl, anche lui finito agli arresti domiciliari. Una frase che non ha bisogno di traduzione e che denota ammirazione.
D’altra parte era lo stesso Schiattano intercettato a sostenere di avere un grande potere all’interno delle aziende sanitarie. Ad esempio all’ospedale Civico di Palermo dove, sfruttando il suo incarico nel collegio sindacale, avrebbe favorito la “Servizi ospedalieri spa” nell’aggiudicazione di una gara per la fornitura e la sterilizzazione del materiale chirurgico. Una commessa da 47 milioni di euro, ma gli appalti su cui si indaga ne valgono complessivamente 200.
Sciacchitano rivendicava la sua capacità di condizionare le scelte dell’ex manager dell’ospedale Roberto Colletti (è uno dei 18 indagati nell’inchiesta che vede coinvolto anche Totò Cuffaro), in occasione di alcune nomine. Millantava o davvero era in grado di incidere?
Il 9 gennaio 2024 Sciacchitano parlava con il faccendiere Catello Cacace dopo la pubblicazione del verbale di gara con l’assegnazione dei punteggi ed “esplicitava la sua diretta ascendenza sul provveditore Lo Medico e sull’ingegnere Basilico, rettore del capitolato di gara sulle apparecchiature elettromedicali bandita dalla Cuc”. “I due dirigenti… e cioè provveditore… è persona che ho portato io là chiaro… Ernesto Basilico è diventato capo dell’ufficio tecnico perché io mi sono… . Ok. Allora tu hai due figure…”, diceva Sciacchitano.
Davanti ai suoi interlocutori sosteneva di potere convincere i vertici del Civico affinché comprassero un costoso robot per gli interventi di cardiochirurgia distribuito dalla E medical, controllata dalla Svas Biosana. In cambio avrebbe intascato mazzette.
“Ci fluidificherà”
Cacace ha incontrato l’8 gennaio 2024 Sciacchitano nel suo ufficio in via Gabriele D’Annunzio a Palermo. Gli avrebbe consegnato 5 mila euro di tangenti: “… questi erano cinque di Svas che ti ho portato io... a Umberto gli ho detto che ci stanno tre persone che devono avere cinque a testa in modo che ci sta anche la cosa a Diego Russo che sta lavorando cioè è quello che ci fluidificherà... mo Umberto subito ha traccheggiato… no io c’ho massimo ti posso dare sette, ottomila euro”.
Tangenti nella borsetta del tagliaunghie
Sciacchitano non gradiva e rispondeva: “… ma che c… mi deve dire che qua gli sto facendo prendere un lavoro da 7 milioni di euro”. Il 23 giugno 2024 Cacace si è recato in aeroporto a Napoli per salire su un volo diretto a Palermo. All’uomo che si trovava con lui diceva: “Tenevo 3.000 euro dentro al tagliaunghie quando si è portato la valigia mo va a finire che fanno storie… lagge purtá a Ninni (Ninni Sciacchitano ndr)”.
I finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria, che avevano ascoltato la conversazione, appena atterrato a Palermo hanno fatto finta di controllare la sua valigia per vedere se contenesse droga. Ed invece grazie al fiuto di un cane cerca soldi hanno visto che nel bagaglio aveva più di 5 mila euro. Quattromila Cacace li avrebbe consegnati a Sciacchitano nell’ascensore del San Paolo Palace hotel dove alloggiava. L’episodio è stato catalogato alla voce “tangenti” che Sciacchitano ha negato di avere ricevuto nel corso dell’interrogatorio preventivo.
Dal Civico a Villa Sofia
L’affare con il Civico, però, non si concretizzava e allora Sciacchitano avrebbe dirottato i suoi interessi verso l’azienda Villa Sofia-Cervello, di cui è stato presidente dell’organismo di valutazione.
“La questione non si è ancora concretizzata seppur non sussista alcun dubbio che Sciacchitano – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – si stia in tutti i modi possibili attivando al fine di facilitare il buon esito dell’operazione in modo da ottenere in tal caso il compenso di 100.000 euro pattuiti”.
Sciacchitano e la “posizione di forza”
Nel corso di una riunione del 6 febbraio 2025 Sciacchitano tranquillizzava Catello Cacace, Umberto Perillo, Giuseppe Valentino ed Enzo Criscuolo della Biosana “della sua persistente posizione di forza all’interno dell’ospedale Villa Sofia in ragione delle sue cariche e della vicinanza ai vertici appena nominati”. E ritorna l’interrogativo: millantava?
“Adesso il direttore generale è stato nominato che è un mio carissimo amico – spiegava -. Io sono sempre presente perché mentre là sono presidente del collegio sindacale, là a Villa Sofia sono presidente dell’Oiv (organismo di valutazione) quindi non è che cambia molto. Ok. Però è venuta una persona per la quale ho cercato di dare un contributo, un contributo significa parlare con il presidente della Regione: non ti opporre al mio… perché è una persona a me vicina eccetera eccetera”.

