PALERMO – La sensazione, dopo la penultima conferenza stampa della sua stagione, è che Beppe Sannino lascerà il Palermo. Ma parliamo di sensazioni, forse trasportati anche da quello che è successo in passato. Raramente Maurizio Zamparini ha confermato un allenatore a cavallo tra due stagioni.
Il tecnico rosanero, oggi in sala stampa, non si sbilancia, si mantiene sul vago e continua a parlare dell’incontro che avrà con la dirigenza: “Si parlerà col presidente e col direttore – dichiara – poi si vedrà il da farsi. Certe cose vanno vagliate col presidente, io non voglio creare problemi, aspetto che mi chiedano di parlare e poi parleremo. Sono una persona troppo leale e diretta, quando parlerò non sarà solo col cuore, ma anche di pancia come si suol dire. Poi vedremo cosa succederà. La cosa più importante per Palermo è avere un complesso dove tutti possano essere partecipi nel modo giusto. Tutto quello che si è letto nei giornali, nella maggior parte delle volte, è una girandola di voci che lascia allibito anche me. Ma in tutto questo calderone qualcosa potrebbe esserci, in questo momento però non c’è niente di reale”.
In effetti Sannino ha varie richieste: c’è il Torino, si parla di un clamoroso interesse del Napoli. L’allenatore campano ribadisce che non sarà la categoria ad incidere sulla sua scelta: “Per me la categoria non influisce. La cosa più importante e più bella per me sono stati questi ultimi due mesi dopo essere stato fermo. Ho avuto la fortuna di sentire cosa mi dice la gente, e mi preoccupa questo amore nei confronti di una persona che è retrocessa. Volevo fare molto di più perché si poteva fare, ho conosciuto una realtà molto bella”.
Si torna a fare un bilancio, ecco la partita che Sannino vorrebbe rigiocare: “La partita col Bologna. Ci sono mancati quei due punti per poter essere in una situazione più serena. La partita più bella però è stata quella con l’Udinese, non con Roma e Inter. Se volessi cancellare un episodio, la partita col Bologna ci ha tolto qualcosa che poteva farci sperare. Lo dico però adesso, a giochi fermi”.
Ulteriori riflessioni da parte dell’ex tecnico del Siena: “Io non penso al mercato, non ho mai avuto dei secondi fini. Faccio scelte basate a quello che può darmi un calciatore. Bisogna sempre vedere cosa ha fatto prima un calciatore, in tanti sono venuti qui senza avere giocato in precedenza. Servivano giocatori pronti, a me questi ragazzi mi fanno una tenerezza incredibile. So come possono sentirsi, il mio compito era quello di dare vita al gruppo, subito. Il calcio è fatto di riconoscenza, è un gioco semplice”.
Poi su Miccoli, anche lui prossimo a lasciare il Palermo: “E’ diventato un’icona per Palermo, sotto l’aspetto sportivo. Ha acceso i cuori di centinaia di tifosi che vedono in lui l’emblema, ma anche lui sa le scelte che deve fare. E’ un ragazzo intelligente, genuino, saprà prendere la strada migliore per continuare. E’ un ragazzo che ha ancora voglia di giocare a calcio, deve capire dove e come. Domani gioca dall’inizio, credo che gli sia dovuto”.
Infine sulla gara di domani sera contro il Parma: “Vorrei dare una soddisfazione alla gente. A tutti ho dato delle chances, mancheranno dei giocatori per tanti motivi. Un saluto di Ilicic? Forse quando è in giro con la macchina, ma in campo no. Non vorrei fargli fare un giro d’onore, siamo retrocessi, ma qui c’è festa. La gente dovrebbe aprire gli occhi per capire cosa abbiamo buttato via. Non ci sarà Sorrentino, neanche è convocato, così come Rios, Ilicic, Barreto, Boselli, Fabbrini, Dossena, e gli squalificati. Ci saranno anche tre Primavera, che hanno fatto un lavoro straordinario e mi piace gratificarli. Brichetto? La sua immagine quando piange in panchina è emblematica, anche se mi ha fatto arrabbiare…”.