I beni di Nitto Santapaola, la scelta di non interrogare il boss - Live Sicilia

I beni di Nitto Santapaola, la scelta di non interrogare il boss

L’udienza di ieri si è concentrata sulla figura di un altro dei “proposti”, il dottore Mario Palermo, che ha negato di aver conosciuto il boss.
TRIBUNALE DI CATANIA
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CATANIA. La sua presenza, in videoconferenza dal carcere dov’è detenuto al 41 bis, non è mai mancata, dinanzi ai giudici del Tribunale di Catania. Ma il boss Nitto Santapaola, capo indiscusso e storico di Cosa Nostra catanese, non sarà interrogato. Al massimo, secondo quanto trapelato oggi, renderà delle spontanee dichiarazioni al collegio del Tribunale, con in testa il presidente della sezione Misure di prevenzione Maria Pia Urso.

L’udienza di oggi è stata dedicata dunque all’esame del dottore Mario Palermo, farmacista catanese ultraottantenne, ritenuto dalla Dda di Catania uno dei detentori del tesoro del clan Santapaola Ercolano, per cui è stata chiesta anche una misura di prevenzione personale. Nel corso dell’esame, il dottore Palermo ha dichiarato di non aver mai avuto alcun tipo di rapporti, anzi di non aver mai neanche conosciuto Nitto Santapaola.

Ha risposto alle domande del Pm Fabio Regolo, dei suoi legali, gli avvocati Calogero Licata e Pietro Nicola Granata, e del difensore di Santapaola, il penalista Carmelo Calì. E ha negato anche che vi fosse alcun ogni interesse mafioso in relazione a dei terreni nella circonvallazione di Catania, dove sarebbe dovuto sorgere il comando dei vigili urbani, l’affare di una società di cui faceva parte, che poi non si fece. Dopo diversi anni, anzi, quelle terre furono anche vendute.

L’udienza è stata poi rinviata al 12 luglio, giorno in cui è in programma la requisitoria del pubblico ministero. Poi si rinvierà quasi certamente a dopo l’estate. I giudici, si ricorda, in aula sono chiamati a decidere sulla richiesta di confisca di beni del clan, un tesoro di 7,7 milioni di euro che la Dda di Catania ritiene riconducibile alla famiglia dei Santapaola-Ercolano.


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