Mafia, quei beni milionari riconducibili alla famiglia Santapaola

Mafia, quei beni milionari riconducibili ai Santapaola

È ripreso questa mattina il processo dinanzi al Tribunale collegiale, presidente Urso, sulla richiesta della Dda di confisca di beni per 7,7 milioni.
L'OPERAZIONE SAMAEL
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CATANIA. Il Tribunale di Catania deciderà entro la prossima primavera sulla richiesta di confiscare beni per 7,7 milioni di euro che la Dda ritiene riconducibili alla famiglia mafiosa dei Santapaola-Ercolano. È ripreso questa mattina, dinanzi al collegio della sezione misure di prevenzione, presieduta dal giudice Maria Pia Urso, il procedimento che si celebra a seguito della richiesta di confisca, formulata dalla Procura catanese, relativa ad aziende e dodici immobili tra Catania, Mascali e Mascalucia, che in qualche modo sono ritenute appartenenti o riconducibili a Cosa Nostra. Il sequestro era stato eseguito dai carabinieri del Ros il 3 dicembre 2019, nell’ambito dell’operazione antimafia “Samael”.

Oggi in aula l’udienza è stata dedicata alla gestione della GR Transport Logistic srl di Giuseppe Cesarotti, azienda che è stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria, i cui titolari sono assistiti dall’avvocato Mario Brancato. La GR è una delle aziende che rientrano nell’elenco dei beni sottoposti a sequestro e su cui pende la richiesta di confisca.

In aula hanno deposto l’amministratore giudiziario – che ha escluso trattamenti di “favore” di cui non avrebbe dunque beneficiato l’azienda – e un commercialista che avrebbe gestito la contabilità, il quale ha assicurato che tutti i pagamenti sarebbero stati fatti attraverso bonifici e che non vi sarebbero state irregolarità nella gestione.

Al termine delle deposizioni, il presidente ha rinviato tutto al mese prossimo: si tornerà in aula per l’esame dei “preposti”, tra cui forse anche il superboss Benedetto ‘Nitto’ Santapaola, tuttora al 41 bis, capostipite di una famiglia mafiosa che da quarant’anni detta legge negli ambienti malavitosi di mezza Sicilia; e suo nipote, alter ego, Aldo Ercolano. Santapaola, il quale ha assistito in videoconferenza dal carcere dove è detenuto, è difeso dall’avvocato Carmelo Calì. A suo carico vi è anche una richiesta di misura di prevenzione personale.


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