Sanzioni per mancate bonifiche |Il caso arriva in Parlamento - Live Sicilia

Sanzioni per mancate bonifiche |Il caso arriva in Parlamento

Sofia Amoddio del Pd (nella foto) presenta un'interrogazione al governo.

SIRACUSA – Indignazione popolare, rabbia istituzionale, interrogazioni parlamentari e un po’ di psicosi si sono scatenate sulla vicenda sanzioni/bonifiche industriali. I due Comuni destinatari di sanzione, Priolo e Augusta, promettono battaglia a suon di ricorsi e vie legali; un deputato nazionale della maggioranza Pd, Sofia Amoddio, chiede alla presidenza del Consiglio il ritiro immediato di un provvedimento che considera “un grave errore”; e perfino il Comune di Siracusa, finora destinatario di niente, va verso l’istituzione di un ufficio Bonifiche per studiare la situazione dei suoi tre siti dentro il Sin in attesa di bonifica, ché non si sa mai. Ci voleva una sanzione per mancate bonifiche, che il ministero dell’Economia ha indirizzato ai Comuni di Priolo e Augusta, per riportare al centro del dibattito pubblico nel Siracusano il tema di un risanamento ambientale sempre auspicato e mai realizzato. Il coro di indignazione è unanime. D’altronde il Mef ha girato ai Comuni, che nella realizzazione delle bonifiche non sono competenti e l’inadempienza – semmai – sarebbe da ripartire tra governo e Regione, le sanzioni comminate dalla Corte europea al governo italiano. Sanzioni dall’ammontare di 800mila euro per il Comune di Priolo, riguardo alla mancata bonifica della Penisola di Magnisi; e della stessa cifra per il Comune di Augusta, per la mancata bonifica di due siti: il campo sportivo e la rada. Cifre da replicare ogni sei mesi qualora non venga effettuato il risanamento. Una beffa per i cittadini che, dopo gli effetti collaterali di 60 anni di industrializzazione (emergenza ambientale e sanitaria) si troverebbero pure a dover pagare il mancato risanamento in forma di tasse. “Lo Stato, destinatario di ammende, si sta rivalendo sui Comuni – dice il sindaco di Augusta Cettina Di Pietro – Ci chiede di stabilire entro 90 giorni le modalità di pagamento della sanzione, che non intendiamo versare perché riteniamo ingiusta. Stiamo studiando l’incartamento, solleveremo il caso anche a livello nazionale e valuteremo la possibilità di adire a vie legali”. Il senatore di Forza Italia, Antonio d’Alì definisce “falso e paradossale” il governo e addebita allo stesso e al governo regionale le responsabilità: “Cosa pensa di tutto questo il presidente della Regione siciliana che ha recentemente firmato una dichiarazione, anch’essa falsa e paradossale, dove afferma che la politica petrolifera in Sicilia è stata nel tempo condotta secondo le migliori regole di rispetto dell’ambiente?”. Proteste anche dal sindaco di Priolo, Antonello Rizza. Oggi è arrivata pure l’interrogazione parlamentare. L’ha presentata Sofia Amoddio: “La comunicazione del ministero dell’Economia – ha detto la parlamentare – con la quale si chiede al comune di Augusta di pagare la sanzione comminata dalla corte Europea per le mancate bonifiche di alcuni siti, rappresenta un errore molto grave. Per questo motivo, con una interrogazione, ho chiesto alla Presidenza del Consiglio di far ritirare l’atto di rivalsa nei confronti del Comune di Augusta”. Amoddio ne presenterà una ad hoc anche per la situazione di Priolo. “Risulta incomprensibile – ha proseguito – capire per quale motivo il Comune di Augusta sia destinatario della diffida dato che la discarica incriminata ricade nel territorio individuato quale sito di interesse nazionale (Sin) e per il quale le competenze sono attribuite dal testo unico ambientale al ministero dell’Ambiente”. In alcuni casi, dove le gare sono già partite e per qualche ragione bloccate, l’ente appaltante è Invitalia – agenzia governativa per le bonifiche – per conto del commissario delegato per l’emergenza Bonifiche e la tutela delle acque della Regione Siciliana. Dunque responsabili governo e Regione, mai i Comuni. “L’accordo di programma per le bonifiche – spiega Amoddio – è stato stipulato dal ministero dell’Ambiente, dall’agenzia per la coesione territoriale, dal ministero dello Sviluppo economico e dalla Regione Sicilia, senza che il Comune di Augusta o altri Comuni siano stati parte del procedimento e men che meno sottoscrittori dell’accordo stesso. È incomprensibile – conclude la parlamentare – in ragione di quale norma o fatto possa essere attribuita la responsabilità ai Comuni”.

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