“Sappiamo cosa ci aspetta quando verrà giù il sistema Paese Libia: un’ondata anomala di 2-300 mila immigrati. E sono stime al ribasso”. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervistato dal “Corriere della Sera”, parla di “esodo biblico” e spiega che il dopo Gheddafi è un’incognita. In Italia, dice Frattini, non arriveranno i libici. “In Libia un terzo della popolazione è subsahariana. Stiamo parlando di due milioni e mezzo di persone che se viene giù il sistema Paese scappano, perché rimangono senza lavoro. Non tutti in Italia, per carità: dalla Cirenaica, da Bengasi, è molto più vicina la Grecia, ma alla fine – sottolinea – quelle stime sono decisamente basse. E’ un esodo biblico, un problema che ogni italiano non deve sottovalutare”.
Il problema della Libia, rileva Frattini, è che “a parte Gheddafi non conosciamo nessun altro politico, partito, e adesso ci è impossibile immaginare un futuro dopo di lui. La natura enigmatica di questo Paese ci impedisce di fare ragionamenti analoghi a tutti gli altri del Maghreb pure sconvolti dalle rivolte”. In Cirenaica, prosegue il ministro, “ci sono le tribù: noi non abbiamo idea di chi siano quelli delle tribù. Sappiamo però che sono pericolosi. Lì ci sono componenti di Al Qaeda. Per questo fin dal 2006 abbiamo deciso di chiudere il consolato italiano, in Cirenaica”. Inoltre “sono arrivate minacce di rapimenti a danno di occidentali”. Per il titolare della Farnesina, il discorso televisivo di Gheddafi è “un messaggio che atterrisce, fa pensare soltanto a una nuova spirale di violenza”. “In emergenza – afferma – abbiamo pronto un contingente di forze speciali alla nostra ambasciata di Tripoli, mentre in Italia sono allertate le forze del comando operativo interforze”.
Lombardo: “Non possiamo ospitare tutti
“Non ho parlato di respingimenti. Penso solo che ci sono altre regioni italiane dove l’integrazione è più semplice. Se arrivassero 300 mila persone non basterebbe né il campo di Mineo né la tendopoli di Porto Empedocle”. Lo ha detto il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, a margine di un incontro con il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto, affrontando il tema dell’ immigrazione. “Il governo nazionale deve pensare bene a questa situazione – ha proseguito – Se i numeri fossero quelli di un esodo biblico non potremmo sicuramente ospitare tutte queste persone. Teniamo conto che i tre quarti chiederanno asilo politico. Già lunedì ne parleremo con il ministro dell’Interno. Da lui vogliamo sapere quali saranno i presidi sanitari e di sicurezza per questa gente”. Sulla possibilità di ospitare i migranti nelle caserme dismesse, il governatore ha detto che “sarebbe una buona soluzione”.
La paura del sindaco di Mineo
“Non possiamo svendere il nostro territorio e non possiamo essere interessati alla logica del risarcimento, perché ci sono principi su cui non si discute e valori indisponibili, come la dignità”. Lo afferma il sindaco di Caltagirone Francesco Pignataro in una nota nella quale ribadisce la propria “forte contrarietà” all’arrivo di migliaia di migranti nel Residence degli Aranci di Mineo. “In un territorio, il Calatino, depredato dell’azienda ospedaliera e dell’Agenzia di sviluppo integrato – continua Pignataro – qualcuno vorrebbe convincerci che il nuovo Eldorado dello sviluppo sono gli immigrati. No, le promesse e le rassicurazioni del ministro Maroni non ci convincono, compresa quella secondo cui qui sarebbero ammessi soltanto i rifugiati politici, come se si potesse accertare preventivamente e non soltanto dopo la loro identificazione”. Pignataro osserva che l’arrivo dei migranti a Mineo sarebbe “una vera bomba a orologeria che rischia di essere un esempio di ulteriore marginalizzazione” e si dice “per nulla garantito dalle dichiarazioni fatte dal ministro e dalle ipotesi risarcitorie avanzate dal governatore”. “La riunione di lunedì prossimo a Catania – aggiunge Pignataro – sarà un banco di prova decisivo. Il governo nazionale non si aspetti rose e fiori, ma lavori per coinvolgere davvero gli enti locali e per evitare che con l’emergenza – sbarchi debba fare i conti soltanto la Sicilia”. “Si tratta – conclude – di un problema di cui, invece, deve farsi carico tutto il Paese. Lombardo, prima di pensare a un risarcimento, pretenda la salvaguardia di requisiti ineludibili quali il pieno rispetto della persona e della dignità umana e la sicurezza di tutti”.
(Fonte Ansa)