Era adirato. Talmente furioso per quanto gli era accaduto da sbagliare il riconoscimento, inguaiando due persone. Scarcerati Arcangelo e Tommaso Roberti, padre e figlio, di 38 e 19 anni. Erano accusati di avere aggredito e rapinato un tabaccaio mentre rientrava a casa nella zona di via Cappuccini, non lontano da corso Catalafimi, a Palermo.
Il commerciante era stato pedinato da tre uomini con il volto coperto dal casco, minacciato con la pistola, preso a calci e pugni e derubato di mille euro. I rapinatori si erano poi dati alla fuga in sella ad un ciclomotore ritrovato dai carabinieri. Era intestato a Tommaso Roberti che, come il padre, ha precedenti per rapina. Poi, il riconoscimento da parte della vittima. A nulla era servito che la moglie e madre dei dei due indagati avesse dichiarato di avere denunciato il furto dello scooter.
Il difensore dei Roberti, l’avvocato Angelo Formuso (nella foto a destra), ha chiesto un incidente probatorio nel corso del quale è emerso subito che i due rapinatori erano di statura alta (i due arrestati sono al di sotto del metro e settanta). Poi, la marcia indietro della vittima. Le sue certezze sono crollate. La rabbia gli aveva annebbiato la vista. E il Tribunale della libertà ha scarcerato i due indagati.