Intervista a Schifani: "Il bis? Sono sereno"

Schifani: “La Sicilia cresce, ecco il mio bilancio. Il bis? Sono sereno”

Intervista al presidente della Regione: manovra, ricandidatura, sanità

Presidente, buonasera. Condoglianze per la morte di suo fratello Rosario. Ci racconti qualcosa di lui.
“Siamo cresciuti insieme, ci togliamo tre anni. Una vita di corsie parallele: due fratelli e una sorella, figli di una famiglia del dopoguerra. I nostri genitori ci hanno tirati su con sacrificio. Rosario è stato un compagno di vita. Una vita dedicata ai giovani con l’insegnamento universitario”.

Qual è al momento il suo bilancio da presidente della Regione?
“Molto positivo. Abbiamo, di recente, consegnato il deficit al passato, con un attivo di oltre due miliardi. Un risultato importantissimo. Sono concentratissimo sui termovalorizzatori, siamo al quaranta per cento del percorso, la strada è tracciata. Mancano ancora diverse tappe, ma il traguardo cambierà in meglio e per sempre la vita dei siciliani. Non mi fermo un minuto”.

Agenda piena, per il presidente della Regione, Renato Schifani. Lo sentiamo mentre da Catania, dopo aver partecipato alle iniziative per la candidatura a Capitale italiana della cultura, sta andando a Ragusa per l’inaugurazione della Fiera agroalimentare, per poi ritornare ai piedi dell’Etna per il conferimento della cittadinanza onoraria al rettor maggiore dei Salesiani, don Fabio Attard, il successore di don Bosco.

Il prossimo fine settimana ha già in scaletta la partecipazione alla festa dell’Amicizia della Dc a Ribera per chiudere domenica alla Favorita per la finale di Coppa degli Assi.

Presidente, torniamo sull’azzeramento del disavanzo.
“È il frutto di un lavoro che il mio governo porta avanti dall’inizio della legislatura, iniziato con l’assessore Falcone e proseguito con Dagnino, che ringrazio. Negli ultimi due anni, grazie alle politiche economiche espansive messe in campo, il bilancio della Regione si è migliorato complessivamente di 6,2 miliardi di cui oltre 4 miliardi per azzerare il disavanzo registrato al 31 dicembre 2022, quando ci siamo insediati, e 2,2 miliardi quale avanzo al 31 dicembre del 2024. In due anni abbiamo avuto entrate tributarie extra per oltre 5 miliardi di euro”.

Cosa significa?
“È la conferma che la Sicilia cresce, come certificano da tempo Istat e Bankitalia, con il maggiore aumento di Pil tra tutte le Regioni italiane e con le principali agenzie di rating che premiano la nostra affidabilità finanziaria. Lo sa che in questi anni, grazie all’operatività della nostra finanziaria, l’Irfis, abbiamo immesso liquidità a favore di imprese e famiglie per oltre un miliardo di euro?”.

Cambiamo scenario. Teme che la manovra quater possa impantanarsi all’Ars?
“Assolutamente no. Confido nel senso di responsabilità, non sto registrando alcun ostruzionismo nell’opposizione che svolge il suo ruolo, nel confronto dialettico. Spero che l’iter si concluda entro un paio di settimane, anche perché c’è da preparare la finanziaria”.

A quanto ammonterà la finanziaria?
“Al momento non parlerei di numeri, ma della filosofia attraverso la quale verrà costruita. In virtù dell’extra gettito rispetto alle previsioni, ormai consolidato negli ultimi anni, faremo una manovra più espansiva rispetto al passato. La nostra idea è quella di procedere sulla rotta segnata dello sviluppo che porta poi alla crescita del Pil. Proseguiremo con le semplificazioni e gli incentivi alle assunzioni, rendendo meno oneroso, nel perimetro delle nostre competenze, il carico fiscale e amministrativo per le imprese. Le maggiori entrate, derivanti dall’avanzo di amministrazione di oltre 2 miliardi, invece potranno essere utilizzabili solo dopo la parifica del rendiconto da parte della Corte dei Conti, che avverrà presumibilmente nella prossima primavera. La Sicilia sta crescendo e continuerà a crescere, grazie alle politiche di questo governo”.

Stiamo raccontando, in queste ore vicende di arresti che, ferma la premessa del garantismo, potrebbero nascondere una storia di corruzione nella Sanità. Un suo commento.
“Sono preoccupato, perché il singolo evento rischia di essere parte di sistemi più ampi, in ogni settore della pubblica amministrazione. Il legislatore è intervenuto. Ci sono delle norme, come la rotazione dei dirigenti, che stiamo applicando. Dobbiamo tenere alta la guardia”.

Quando ci sarà l’attesa nomina del nuovo direttore dell’Asp di Palermo?
“E’ un dossier, non collegato alla cronaca recente, che affronteremo e risolveremo a breve. Direi: immediatamente. Stiamo accelerando, stavolta ci siamo”.

La bozza della nuova Rete ospedaliera è stata approvata dalla giunta e già trasmessa al ministero. C’è stata qualche polemica sul taglio di posti letto. Come stanno le cose, secondo il suo punto di vista?
“Voglio innanzitutto ringraziare l’assessore Daniela Faraoni e il dirigente generale Salvatore Iacolino per il grande lavoro e per il continuo confronto portato avanti, con grande responsabilità e professionalità, con il territorio, con i sindaci e con la commissione Salute dell’Ars. Adesso il Piano è all’attenzione del ministero. Detto questo, per rispondere alla sua domanda sulle polemiche: avevamo l’obbligo di tagliare 367 posti letti a causa del calo di nascite. Abbiamo depennato quelli che, pur risultando autorizzati, non era mai stati attivati e quindi senza nessun nocumento per i cittadini. Il nuovo Piano costituisce l’occasione per valorizzare le risorse disponibili e adattarle alle esigenze degli utenti. È anche uno strumento per contenere la mobilità extra-regionale e ridurre le liste d’attesa”.

Con la nuova Rete, cosa si può dire sul destino Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina?
“Abbiamo fatto un altro passo in avanti per il mantenimento di una struttura che consideriamo di eccellenza. Adesso spetterà ai ministeri della Salute e dell’Economia la risposta definitiva. Siamo fiduciosi anche perché in questi mesi non sono mancate le continue interlocuzioni con Roma”.

È giunto finalmente il momento di uscire dopo quindici anni dal Piano di rientro sanitario?
“I conti in ordine e la nuova Rete ospedaliera sono un buono viatico. Adesso dobbiamo migliorare le prestazioni dei Lea, i livelli essenziali di assistenza. Un percorso sul quale l’assessore Faraoni con i dirigenti generali dei due dipartimenti stanno lavorando alacremente. Siamo sulla buona strada”.

A che punto è il nuovo Polo pediatrico di Palermo?
“Aspettiamo, da un giorno all’altro, l’aggiudicazione della gara la cui gestione abbiamo affidato a Invitalia. È un progetto a cui il mio governo lavora sin dall’inizio della legislatura, con tenacia e senso di responsabilità. Parliamo di un’opera attesa da oltre quattordici anni, rimasta bloccata a causa di fallimenti e ritardi”.

Altro contesto. Come sono i rapporti con gli alleati? E dentro Forza Italia?
“Ottimi, con tutti, senza distinzione. C’è un clima sereno e franco, nel rispetto delle singole posizioni, orientato verso una visione strategica comune. Non colgo tensioni, né sbavature. Il risultato di avanzo di amministrazione di oltre due miliardi di euro è un successo del mio governo che avrà ricadute positive su tutta la coalizione di centrodestra e quindi non vedo nessun motivo che possa ingenerare eventuali incomprensioni. La stessa cosa posso dire per Forza Italia”.

Non teme ‘sgambetti’ sulla via della ricandidatura?
“No. La coalizione ha garantito il bis per i governatori uscenti, senza problemi. Lo stiamo vedendo nelle Marche al voto col presidente uscente, Francesco Acquaroli e con il collega Roberto Occhiuto in Calabria. Per rispondere con nettezza alla sua domanda: non mi aspetto sgambetti e sono sereno”.

In un mondo di bambini inghiottiti dalle guerre, la Sicilia ha aperto le braccia ad Ayeda, bimba afgana colpita da una grave malattia.
“Tutto è nato da mia moglie che mi ha fatto notare la vicenda. Siamo scesi in campo, non da soli, per salvare la vita di una bambina in pericolo. La Sicilia sarà sempre una terra generosa e accogliente”.


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