Sciolto per infiltrazioni mafiose| il Comune di Altavilla Milicia - Live Sicilia

Sciolto per infiltrazioni mafiose| il Comune di Altavilla Milicia

Sciolta per infiltrazioni mafiose l'amministrazione in provincia di Palermo. Dell'attività politica in paese aveva parlato il neo-pentito Enzo Gennaro. Ecco verbali e intercettazioni sul sindaco e sulla campagna elettorale.

La decisione del Consiglio dei Ministri
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PALERMO – Il Consiglio dei ministri ha deciso lo scioglimento del Comune di Altavilla Milicia. La decisione del governo, giunta su proposta del ministro degli Interni Angelino Alfano e alla presenza dell’assessore all’Economia Luca Bianchi in rappresentanza della Regione, è stata assunta “al fine di consentire il risanamento delle istituzioni locali nelle quali sono state riscontrate forme di ingerenza nella vita amministrativa da parte della criminalità organizzata”. Per lo stesso motivo sono stati sciolti due Comuni calabresi, Ricadi e Joppolo. Nelle scorse settimane, della politica ad Altavilla aveva parlato il pentito Enzo Gennaro.

Gennaro è considerato un esponente di spicco della famiglia di Altavilla. E ai magistrati, subito dopo l’inizio della collaborazione con la giustizia, ha fatto subito il nome del sindaco: “Io – ha raccontato ai magistrati il pentito – avevo avuto una promessa dal sindaco Nino Parisi. Disse: mi dai una mano, non ti preoccupare, io ti faccio lavorare là come un pazzo, ora c’è un cantiere, c’è un lavoro che dovrebbe partire e ti faccio dare l’incarico di direttore di cantiere. Questo per la riqualificaione urbana della zona sud est”. Così, Gennaro si sarebbe dato da fare in campagna elettorale: “Io – ha spiegato a Francesca Mazzocco il 13 settembre – mi impegnai. Si sono vinte le elezioni e mi ha chiamato il sindaco. ‘Ora ti dico come presentare la richiesta per farti dare l’incarico di direttore di cantiere”.

Di Altavilla, del resto, si parlava già nelle intercettazioni che hanno portato all’arresto di Gennaro. Pietro Liga, una delle persone finite in cella nel blitz di maggio, parlerebbe esplicitamente dell’appoggio a una candidata schierata a sostegno di Parisi: “Impegnato sei per queste votazioni qua alla ‘Milicia’?”, chiede a un interlocutore sconosciuto il 29 aprile. “Eh, penso che siamo dallo stesso lato”, risponde lo sconosciuto. “Sì, ma come consiglieri?”, lo incalza Liga. Che poi aggiunge: “Vedi di aiutarmi…”. “Ah, vabbeh, a Carmelina”, risponde l’interlocutore. Il giorno dopo, Liga è più esplicito con un’altra persona: “Da Franco devi andare. E minchia stiamo facendo la guerra pure…per il sindaco Parisi”. “Non c’era… ah il sindaco Parisi? A posto!”, ribatte lo sconosciuto. Liga ribadisce: “Lui. Ormai…”. E il suo interlocutore aggiunge: “Carmelina… il cognato di Franco mio cugino è”.

La vicenda è finita così sulla scrivania del prefetto. Anche se, secondo Gennaro, il sindaco – che si è difeso specificando di aver sempre combattuto Cosa nostra – non sapeva di avere al cospetto un mafioso: “Lui – ha proseguito il neo-collaboratore – non lo sapeva (che Gennaro faceva parte della famiglia di Altavilla, ndr), questo glielo posso garantire. Almeno io non gliel’ho detto mai, però il padre Salvatore è normale che lo capiva. ‘U zu Totò conosceva quelli che io frequentavo”.


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