Manovra e Tav | Maggioranza in tilt - Live Sicilia

Manovra e Tav | Maggioranza in tilt

Il ministro Tria potrebbe lasciare

LO SCONTRO
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ROMA – La maggioranza di governo si spacca. L’alleanza fra Movimento 5 stelle e Lega, che ha portato Giuseppe Conte alla presidenza del Consiglio, sembra iniziare a soffrire le prime importanti divisioni al proprio interno. E se sull’immigrazione e il taglio ai privilegi, i partiti dei vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini erano riusciti nella convergenza, è su temi come l’economia e le infrastrutture che il contrasto si sta facendo sempre più aspro.

Tria, la Cdp e i vincoli europei

In un’intervista pubblicata stamattina dal Corriere della Sera, il premier Conte ha rassicurato sulla permanenza nel Governo del ministro dell’Economia  Giovanni Tria : “Non esiste che lasci”. Le parole però arrivano come un tentativo di mettere una pezza sulla fuga di notizie pubblicate dallo stesso quotidiano nei giorni scorsi. A seguito delle dichiarazioni fatte dal ministro, che nel G20 di Buenos Aires ha confermato il rispetto dei vincoli europei nella prossima manovra finanziaria, i rapporti fra il titolare dell’economia e i due vice premier si sarebbero incrinati. Complice anche lo scontro, poi rientrato, sulla nomina dei vertici della Cassa depositi e prestiti, sempre il Corriere aveva raccontato di come Tria dialoghi ormai solo con Conte, avendo interrotto ogni contatto con Salvini e Di Maio.

Il “caso Zaia” e il decreto dignità.

Sempre sul fronte economico, la maggioranza soffre gli attacchi di uno dei pesi massimi della Lega, il governatore del Veneto Luca Zaia. Il big leghista si è messo a capo di una rivolta imprenditoriale, sostenuta dalle 600mila imprese con sede nella sua regione, contro il decreto dignità del ministro Di Maio: “Se non cambia, verrà gravemente colpito il nostro comparto industriale” riporta l’Huffington post, dove il presidente della regione prosegue: “La palla passa al M5s, so di molti parlamentari leghisti che non condividono il testo attuale”. Parole, quelle dell’esponente del Carroccio, che confermano le tensioni su uno dei provvedimenti legislativi più significativi per il Movimento 5 stelle.

La Tav rallenta l’alleanza.

Un’altra grana per l’esecutivo sembra essere il dibattito sullo stop alla tratta ferroviaria Torino-Lione. Lo storico nodo ferroviario ad alta velocità rischia di diventare l’ennesimo terreno di scontro fra i leghisti e i pentastellati, con i primi da sempre a favore e i secondi ampiamente contrari. Al partito dei “No Tav” sembrerebbe essersi “iscritto” anche il premier Conte, che nei giorni scorsi ha più volte manifestato le proprie perplessità sull’opera. Dal canto suo, il leader leghista Matteo Salvini ha replicato a stretto giro, rimarcando il carattere strategico dell’opera: “Per me bisogna proseguire, sarebbe un grave errore bloccare tutto e tornare indietro”. A lui ha fatto eco il vice ministro alle Infrastrutture, il leghista Edoardo Rixi che parla della presa di posizione di Conte come di un “fulmine a ciel sereno”.

 

 


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