Scuola parzialmente inagibile | Studenti e docenti restano fuori - Live Sicilia

Scuola parzialmente inagibile | Studenti e docenti restano fuori

I mancati interventi sono dovuti alla crisi economica dell'ex Provincia.

Il caso all'istituto 'Fermi' di Siracusa
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SIRACUSA – C’è il piano finanziario del commissario straordinario per evitare il dissesto del Libero consorzio comunale di Siracusa, ma il presente dice ancora emergenza. Non ci sono soldi per gli interventi necessari a ristabilire le condizioni di sicurezza al Fermi, la scuola in cui crollò il tetto a fine aprile e in cui gli studenti, d’accordo con dirigente e docenti, stanno saltando le lezioni. Quindici richieste d’intervento sul tavolo della ex Provincia partite dalla scuola durante i mesi estivi: nessuna risposta per mancanza di fondi.

Dopo i primi interventi tampone, un verbale dei vigili del fuoco sentenziò: sei aule inagibili, tra cui due bagni; crollo dalle cause molteplici; possibili ulteriori distacchi, “non rimovibili” e nemmeno “prevenibili; fenomeno che “non può che peggiorare”. I ragazzi hanno trovato una scuola con tetti e pareti con vista su mattoni forati. In un incontro del 19 settembre scorso preside, genitori e studenti chiesero al commissario straordinario del Libero consorzio, Giovanni Arnone: controllo di staticità dell’edificio, ripristino delle zone danneggiate, messa in sicurezza dell’impianto fotovoltaico e rilascio delle relative documentazioni. Registrato il nulla di fatto, dopo due settimane studenti, docenti e amministrativi hanno smesso di entrare a scuola. E la decisione si sta estendendo a altri istituti in condizioni simili.

Non è la solita protesta studentesca a orologeria. È un aspetto, il più eclatante in questo momento, della crisi della ex Provincia regionale di Siracusa. Una delle ricadute reali della mancata riforma dell’ente che sta causando una situazione economica di pre-dissesto. A Siracusa, dove il commissario straordinario Antonino Lutri si dimise il 30 luglio per non dichiarare il fallimento, c’è uno squilibrio finanziario di 26 milioni di euro, mutui contratti per 90 milioni (con rate annuali di 8,5 milioni di euro fino al 2044), debiti con le cooperative di assistenza ai disabili per un milione di euro, debiti su utenze elettriche e telefoniche per 2 milioni di euro e di 3,3 milioni con la società partecipata. Per uscire dall’emergenza (dipendenti senza stipendio e cessazione dei servizi essenziali) il nuovo commissario Giovanni Arnone ha appena dettato la cura. Un piano finanziario che non prevede la vendita delle azioni Sac (Società aeroporto Catania, 12,5% ) come richiesto da alcuni sindacati, né la fuoriuscita dal consorzio universitario, ma la vendita di immobili di pregio (ex carcere borbonico) senza tuttavia toccare la sede dell’attuale Prefettura, cui però verrà aumentato il canone di affitto.

Nel piano ci sono soprattutto gli aumenti delle tasse automobilistiche: dal primo gennaio l’imposta Rca passerà dal 12,50% al 16,50% con un incremento del gettito di circa quattro milioni e mezzo di euro; l’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) passerà dal 20% al 30% con un incremento del gettito di circa tre milioni e mezzo di euro. Deciso anche il taglio con le cooperative esterne per il servizio di assistenza ai disabili nelle scuole (Asacom): la ex Provincia formerà il proprio personale interno per l’esecuzione di questo servizio, per un risparmio di un milione e mezzo di euro. Anche l’organigramma dell’ente risentirà delle decisioni prese dal commissario Arnone insieme con il segretario generale Antonello Fortuna e il dirigente del settore finanziario, Gianni Vinci: soppresse le figure dei dirigenti, le responsabilità saranno assunte da undici posizioni organizzative, collocate ai vertici di altrettanti settori.

“Siamo soddisfatti del lavoro svolto in queste settimane – ha detto Arnone – che va nella direzione di un riequilibrio della drammatica situazione economica che sta vivendo l’ente”. Ma intanto c’è la grana “scuole” da andare a risolvere con urgenza. Giovedì è previsto un incontro con il preside del Fermi, Alfonso Randazzo, che non ha nessuna intenzione di mettere i suoi ragazzi a rischio. Fino a allora, dunque, scuola chiusa. Dopo l’incontro con il prefetto Armando Gradone, gli studenti del Fermi hanno incassato “pieno sostegno”, consapevolezza riguardo a una situazione economica disastrosa del Libero consorzio e di dover indirizzare altrove loro protesta: verso la Regione.

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