PALERMO – I primi voti di un candidato al consiglio comunale arrivano dalla sua cerchia più stretta, dalla famiglia e dal gruppo di amici. Alcuni costruiscono su questo zoccolo duro e riescono a pescare migliaia di voti, mentre per altri il consenso elettorale si ferma sulla soglia di casa. Sono quelle persone che magari vengono candidate per chiudere una lista e presentarla all’ufficio elettorale, ma che poi non riescono a raccogliere intorno a loro i consensi necessari o si disinteressano completamente alla competizione.
Il record negativo delle elezioni comunali di quest’anno è di Vincenzo D’Angelo, candidato nella lista “Al centro” che appoggiava Fabrizio Ferrandelli. D’Angelo ha totalizzato zero voti, non ottenendo neanche la sua preferenza. Un po’ meglio è andata Maria Concetta Cardella, della stessa lista, che ha ricevuto un singolo voto, mentre seguono a ruota i candidati Umberto Impoco di Cantiere Popolare e Giuseppe Giuliani di Democratici e popolari, entrambi con due voti a testa. Arrivano a tre voti Valentina Catanzaro, della lista Palermo prima di tutto, ed Ennio Amico, Unione di Centro.
Riescono a raccattare qualche voto in più Sergio Savona della lista Udc, con quattro preferenze, e Claudia Di Carlo, che nella lista Alleanza per Palermo arriva a cinque voti. Seguono poi quattro candidati che ottengono sei voti a testa: Raul Chaouch e Giuseppe Lannino della lista Spallitta sindaco, Carlo Cordaro del Centrodestra per Palermo e Fabio Messina di Mosaico Palermo. Ancora meglio va Giuseppina di Maggio, 8 voti con la lista Palermo prima di tutto, mentre si fermano a un passo dalla decina, con 9 voti, Marialuisa Gassisi di Uniti per Palermo e Giuseppe De Michele del movimento Siciliani Liberi.