PALERMO – Si aprono domani al Nazareno le danze sui ricorsi presentati in Sicilia contro l’elezione di Davide Faraone a segretario del Pd. La commissione nazionale di garanzia del Partito democratico, presieduta da Silvia Velo, ascolterà domani, 4 giugno, in mattinata a Roma i ricorrenti, che sono i membri zingarettiani della commissione regionale del congresso che contestarono una serie di presunte irregolarità regolamentari. Il congresso regionale del Pd saltò dopo il ritiro dell’avversaria di Faraone, Teresa Piccione, che contestò una serie di passaggi nella gestione della fase congressuale, a partire dal rinvio dei congressi locali. Faraone venne così proclamato segretario senza primarie. Dopo i ricorrenti dovrebbero essere sentiti i “resistenti”. Infine, il Partito di Nicola Zingaretti – che prima della sua elezione alle primarie parlò della vicenda siciliana come di “un vulnus” da sanare – dovrà assumere una decisione sul caso Sicilia. A Livesicilia, il vicesegretario regionale Antonio Rubino ha detto nei giorni scorsi di auspicare un epilogo che vada nella direzione dell’unità. In una recente riunione dei big zingarettiani del partito siciliano è invece stata pronunciata più volte la parola “commissariamento”. Faraone dal canto suo evita da tempo di esternare sul tema ed è impegnato in una campagna su temi legati alla tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale (che oggi ha visto uno scambio polemico con il presidente della Regione). Sullo sfondo resta il quadro di grande incertezza della politica nazionale e la possibilità di voto politico anticipato, un tipo di scenario di cui probabilmente il Nazareno terrà conto nel valutare le possibili opzioni sul tavolo per il caso Sicilia.
I ricorrenti davanti alla commissione nazionale di garanzia del Nazareno.
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