PALERMO – I lavori di somma urgenza, il tram, l’anello ferroviario, il reclutamento dei dirigenti ma anche gettoni ai consiglieri e case popolari. L’Autorità nazionale anti corruzione di Raffaele Cantone mette Palermo sotto la lente di ingrandimento: una serie di atti ispettivi e richieste di informazioni che hanno portato gli uomini dell’Anac prima a una visita a Palazzo delle Aquile lo scorso giugno e poi all’invio di una serie di note al Comune.
Un’attività, quella degli ispettori, che negli ultimi tempi si è fatta intensa. Nell’ottobre del 2014 è scoppiato il caso del tram, con la relazione Anac sull’appalto che segnalò più di un’anomalia. Poi è stata la volta della selezione dei dirigenti a contratto, di cui Livesicilia ha dato notizia nel febbraio del 2015 e su cui il Movimento cinque stelle ha chiesto l’intervento dell’anticorruzione a luglio e il ministero ha inviato gli ispettori del ministero a ottobre. Tema su cui ora si sta concentrando anche l’Anac. Di sabato scorso è la notizia delle bacchettate degli uomini di Cantone sui lavori di somma urgenza su scuole ed edifici comunali.
A novembre però è toccato all’appalto dell’anello ferroviario, in cui Palazzo delle Aquile ha il mero ruolo di beneficiario, visto che la stazione appaltante è Italferr per conto di Rfi: gli ispettori Anac hanno puntato il dito sulle varianti da ben 30 milioni che, secondo la relazione, non sarebbero tutte da attribuire a eventi inattesi, ma deriverebbero anche da “valutazioni insufficienti” in sede di valutazione. Quello dell’anello è il secondo grande cantiere palermitano, dopo il tram, a finire nel mirino di Cantone e vale da solo ben 154 milioni di euro.
Sull’opera in realtà l’Autorità si era già espressa, ma ha ritenuto di dover aggiornare il proprio dossier: alcuni dei rilievi sollevati da una delle ditte che ha perso la gara sono stati superati da varie sentenze, ma sulle varianti l’Anac non molla. Troppo grandi per passare inosservate: esse costituiscono “una rilevante modifica del progetto posto a base di gara che avrebbe dovuto suggerire a Italferr le valutazioni del caso, non ultima una revisione dell’iter procedurale”. Un appalto con più di un’ombra che ha spinto l’Anac a chiedere a Italferr relazioni semestrali sull’andamento dei lavori. Nella relazione si cita anche la variante chiesta dal Comune per evitare interferenze con la futura Mal da quasi un milione.
Oggi la polemica però si riaccende sui dirigenti, con Riccardo Nuti del M5s che spara a zero. Sono numerose per il Movimento le ombre che si stagliano sul concorso, che mira a rimpolpare gli organici del Comune di Palermo con ulteriori 14 dirigenti a tempo determinato. “Ombre – afferma Nuti – confermate dal fatto che anche lo stesso segretario generale del Comune, Fabrizio Dall’Acqua, ha sollevato precise perplessità, segnalando in due occasioni che i requisiti richiesti per le singole posizioni offerte rischierebbero ‘di apparire personalizzati e potenzialmente identificativi dei soggetti incaricandi’, evidenziando altresì la ‘irragionevolezza di alcuni requisiti di accesso’ ”.
“Le perplessità sollevate dal Movimento – si legge in una nota – sembrerebbero trovare conferma nei risultati della selezione: su 14 dirigenti vincitori del concorso, infatti, ben 13 ricoprivano già il ruolo di funzionari all’interno del Comune, di cui 9 erano già stati nominati ‘referenti’, in quasi tutti i casi, nei medesimi uffici dove lavoravano prima di vincere il concorso. E questo a fronte di ben 800 domande pervenute da parte anche di candidati esterni con maggiore esperienza, rispetto a quella vantata da alcuni vincitori”. “Questa selezione – commenta Nuti – mese dopo mese si conferma disegnata su misura per soggetti già decisi a tavolino. Nonostante il sindaco Orlando e la sua cricca facciano finta di non sentire e di non vedere le magagne che hanno caratterizzato tutta la vicenda, grazie al Movimento 5 Stelle si sta finalmente iniziando a scavare, prima con l’invio degli ispettori ministeriali e ora con l’indagine dell’ Autorità nazionale anticorruzione. Potrebbe non essere un caso che il Comune non si sia costituito, fin dall’inzio, parte civile contro Li Castri, il dirigente a processo per abusivismo edilizio, già indagato al momento dell’avvio della selezione e risultato poi tra i vincitori”.