CATANIA . Non ha avuto nemmeno il tempo di festeggiare l’elezione all’Assemblea Regionale Siciliana Giuseppe Castiglione, della lista Popolari e Autonomisti e attuale presidente del Consiglio comunale di Catania, che già arrivano i primi polveroni da chiarire.
A gettare ombre è l’arresto per concorso esterno alla mafia di Domenico Colombo, dipendente della partecipata comunale Amts, accusato di essere un “uomo a disposizione” dei boss dei Santapaola-Ercolano. L’indagato infatti poche ore prima che i carabinieri bussassero alla porta di casa con il malloppo di 800 pagine dell’ordinanza “Sangue blu” ha postato una serie di video-collage che lo immortalano – con tanto di selfie – durante i festeggiamenti per la vittoria di Giuseppe Castiglione.
Il neo onorevole, puntualizzando che è assolutamente sereno sull’andamento della sua campagna elettorale (“corretta e trasparente, i miei voti sono puliti”), replica: “Conosco Colombo da più di 20 anni, lo conosco come lavoratore e brava persona. Mi ha chiesto di farci un selfie e ho risposto di sì”. Il nome di Giuseppe Castiglione, totalmente estraneo alle indagini, non è mai citato nelle carte dell’inchiesta coordinata dall’aggiunto Francesco Puleio e dai pm Rocco Liguori e Lina Trovato. Compare spesso, però, sui profili social dell’indagato: da Facebook a TikTok, Colombo usa i suoi account per sostenere la campagna elettorale di Castiglione. “Ho fatto un miliardo di favori a tutti – scrive su Facebook il 21 settembre – Ora chiedo un favore a voi, grazie!”. L’immagine allegata è il fac simile della scheda elettorale del candidato, ora eletto, lombardiano.
Il politico che compare (in modo incidentale) nei faldoni della Dda etnea in merito alla posizione del dipendente Amts è Matteo Marchese, ex vicesindaco della giunta Di Guardo di Misterbianco e attuale consigliere d’opposizione, che non è indagato. Colombo avrebbe aiutato Marchese – assieme al boss di Lineri Enzo Sapia (in carcere anche lui) – per dirimere una questione di occupazione di terreni.
Colombo e Marchese hanno una certa confidenza: c’è una intercettazione del 2018 dove l’indagato accusato di concorso esterno alla mafia confida all’ex assessore di Misterbianco di aver ricevuto una chiamata per nascondere alcuni documenti compromettenti di un esponente mafioso di Mascalucia. Domenico Colombo, difeso dall’avvocato Alessandro Costanzo Piccinino, ha già affrontato l’interrogatorio di garanzia e si è avvalso della facoltà di non rispondere.