Sempre più povera e più "vuota" |I numeri tragici della Sicilia - Live Sicilia

Sempre più povera e più “vuota” |I numeri tragici della Sicilia

I dati del rapporto Svimez sul Sud offrono un quadro allarmante dell'economia dell'Isola. Sempre più persone vanno via, sempre pochissime le donne che lavorano.

Rapporto Svimez
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PALERMO – Un Pil in recessione, -2,7 per cento nel 2013. Che fatto cento il Pil pro capite nazionale si attesta a 63,5, peggio sta solo la Calabria. Un tasso di mortalità più alto di quello di natalità, con un saldo migratorio totale solo nel 2012 di 10.700 persone perse. Export in calo del 14,8 per cento tra il 2012 e il 2013, occupazione in calo del 5,3 per cento annuo (73.600 unità perse), solo un milione e 320 mila occupati in una regione di 5 milioni di abitanti.

Estrapolando i dati siciliani dal rapporto Svimez sul Mezzogiorno diffuso la settimana scorsa, emerge un quadro desolante delle condizioni di salute della Sicilia.

Dove le donne non lavorano

Una regione in cui pochi lavorano e pochissime sono donne. Il tasso di occupazione femminile è infatti fermo al 27 per cento, il più basso in tutto il Sud Italia (la media nazionale è del 46,6 per cento (il 55,9 al centronord) e l’Italia è a sua volta in coda alla classifica dei Paesi europei in questa voce). Un dato che trova conferma in quello relativo alla percentuale di famiglie monoreddito, che arriva al 63,6 per cento contro una media del Sud del 57 per cento (al Centronord sono il 48,8).

Il tasso di disoccupazione ufficiale è ormai al 21 per cento, quello femminile al 23, quello giovanile al 54 per cento. Ben 533 mila sono i giovani Neet, cioè quelli che non lavorano e non studiano, e il tasso di disoccupazione “corretta” supera il 35 per cento.

Isola in recessione

Il contesto è quello di un’Isola in recessione, così come l’intero Mezzogiorno, che in media sul Pil fa pure peggio con un tragico -3,5 per cento, due punti percentuali in più del Centronord. “Da rilevare che per il sesto anno consecutivo il Pil del Mezzogiorno – si legge nella sintesi del rapporto Svimez – registra segno negativo, a testimonianza della criticità dell’area”. Negli anni di crisi 2007-2013 il Sud ha perso il 13,3 per cento del Prodotto interno lordo (la Sicilia il 14,6) contro il 7 del Centro-Nord. Il divario di Pil pro capite tra Centro-Nord e Sud nel 2013 è sceso al 56,6%, tornando ai livelli del 2003, oltre dieci anni fa.

In questo contesto generale negativo, la Sicilia fa segnare performance disastrose alla voce industria, che crea valore aggiunto solo per l’8,2 per cento (peggio in Italia solo la Calabria). Anche l’agricoltura ha i suoi problemi, soprattutto generazionali: se nel Sud oltre il 36% dei capoazienda ha più di 65 anni, in Sicilia il dato arriva al 40 per cento.

E la Sicilia si svuota

In Sicilia il tasso migratorio, come riportato in precedenza, è in negativo. L’Isola si svuota, progressivamente. Gli occupati residenti che lavorano al Centro-Nord o all’estero sono 23.324. E la “fuga dei cervelli” continua: la quota di emigranti in possesso di laurea nel 2012 era del 22,8 per cento. I dati Svimez sono corroborati da un altro recente studio, quello dell’Istituto di studi sulle società del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Issm – Cnr): “L’arte di spostarsi. Rapporto 2014 sulle migrazioni interne in Italia”. Dal quale emerge una perdita per la Sicilia di quasi 10 mila persone nei flussi migratori interni. Un dato pesante, con punte molto alte in percentuale a Caltanissetta, che vede altre regioni del Sud come la Campania fare anche peggio.

Previsioni non rosee

Tornando al rapporto Svimez, tirando le somme, le famiglie povere nel 2013 in percentuale sul totale delle famiglie erano il 32,5 per cento, una su tre (il 14 per cento delle famiglie vive con meno di 12 mila euro all’anno). E secondo lo Svimez, non ci sarà inversione di segno quest’anno. Nel 2014 secondo stime Svimez, infatti, il Pil nazionale è previsto a -0,4%, quale risultato tra la stazionarietà del Centro-Nord (0%) e la flessione del Sud (-1,5%). Il divario tra Nord e Sud peggiorerà ancora nel 2015: il Pil nazionale secondo le stime Svimez è previsto a +0,8%, quale risultato tra il positivo +1,3% del Centro-Nord e il negativo -0,7% del Sud.

Le risposte della politica

“Nel caso del Mezzogiorno la peggior crisi economica del dopoguerra rischia di essere sempre più paragonabile alla Grande Depressione del 1929”, si legge nel rapporto Svimez, che invoca politiche di sviluppo per il Mezzogiorno. In attesa che la politica batta un colpo.


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