Indagata senatrice Cinquestelle | Bertorotta ritira la candidatura - Live Sicilia

Indagata senatrice Cinquestelle | Bertorotta ritira la candidatura

Il giornalista Samonà escluso dalla lista del Senato. A Palermo sospetti di 'cordata' su una chat

Verso le Politiche
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PALERMO – Un’indagine giudiziaria scuote il Movimento cinque stelle siciliano nelle ore dedicate al deposito delle liste per le elezioni del 4 marzo presso le corti d’appello. La senatrice catanese Ornella Bertorotta ha ritirato la sua candidatura perché finita sotto indagine, così è cambiata la quaterna di nomi pentastellati per la quota proporzionale al Senato in Sicilia orientale: Bertorotta, componente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza, avrebbe esercitato pressioni per ottenere un’assunzione presso una casa famiglia in cui si era recata per una ispezione. La vicenda risale al 2015 e l’avviso di garanzia arrivato nelle ultime ore, reso noto dalla stessa Bertorotta, ha costretto la senatrice catanese ad abbandonare il quarto posto raggiunto alle Parlamentarie facendo subentrare Barbara Floridia. Lei si difende: “Sono totalmente estranea ai fatti – scrive su Facebook -. Mai nella mia vita avrei pensato di trovarmi in una situazione del genere ma ho fiducia nella magistratura. Sono convinta che la legge sia uguale per tutti, anche per me”. Poi l’annuncio: “Ho ritirato la mia candidatura al Senato per tutelare il movimento e per avere la serenità di difendermi qualora venissi rinviata a giudizio. Noi del Movimento 5 stelle siamo chiamati a dare sempre l’esempio e sono onorata di avere la possibilità di farlo anche questa volta dimettendomi da candidata”. La quarta posizione in lista difficilmente si sarebbe tradotta in una elezione a Palazzo Madama, ma nelle ultime ore ai piani alti del movimento in Sicilia era stata valutata anche la possibilità di un suo rientro in uno dei collegi uninominali: la notizia dell’indagine ha stoppato tutto.

Il forfait della senatrice catanese non è l’unica novità nelle liste siciliane del Movimento cinque stelle, dove la scrematura successiva alle primarie online ha fatto la prima vittima: il giornalista palermitano Alberto Samonà, quarto nella lista proporzionale al Senato in Sicilia occidentale, non compare nell’elenco aggiornato dei candidati. “Non so nulla, non mi hanno comunicato nulla”, dice Samonà che da tempo ha sposato la causa pentastellata e che nei giorni scorsi aveva avanzato invano la propria candidatura anche per uno dei collegi uninominali. Al suo posto subentra il primo dei candidati supplenti: l’archeologo ennese Fabrizio Trentacoste, che già aveva tentato la strada delle Regionarie. Nel collegio plurinominale per la Camera Sicilia 2-02 – che comprende l’area di Catania, Acireale e Misterbianco – non c’è più il nome di Dario Sangrigoli, che era secondo dietro all’uscente Giulia Grillo: al suo posto sale in lista Santi Cappellani e nel quartetto entra per scorrimento Luciano Cantone. Un cambio anche tra i candidati supplenti del collegio del collegio plurinominale per la Camera Sicilia 1-02, che unisce metà provincia di Trapani con Monreale e Bagheria: scompare il nome di Vincenzo D’Onofrio e il primo in lizza ora è Antonio Parente.

A Palermo, intanto, scoppia il caso di una chat nata nelle settimane precedenti al voto delle Parlamentarie tra alcuni attivisti dell’entroterra palermitano, provenienti dai meet up di Corleone, Cinisi, Balestrate, Piana degli Albanesi e Prizzi. A due giorni dalla nascita della chat il “primo nome” che salta fuori è quello di Cinzia Leone, già candidata sindaco alle Amministrative di San Cipirello, che finirà poi terza nella griglia proporzionale per il Senato in Sicilia occidentale. La chat, diventata oggetto di polemica tra attivisti sui social network, viene rilanciata dal deputato palermitano Riccardo Nuti, ormai lontano dal nuovo movimento: “Ma che bella la chat in cui degli iscritti al nuovo m5s, in versione partito, fanno la cordata per una certa Cinzia Leone poi entrata nella lista per il Senato…”, scrive ironicamente Nuti, che in un’altra bacheca sottolinea l’assoluto divieto di mettere in campo cordate a favore dei candidati nelle consultazioni online.


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