PALERMO – Per gli appassionati del genere (e sono tanti) è una scena cult della filmografia che ha avuto in Bud Spencer un interprete straordinario. Avete presente Banana Joe che viene rimpallato da uno sportello all’altro di un ufficio comunale di Amantido per avere la licenza per il commercio delle banane? Ricorda molto la situazione che vive da mesi un portoghese che vive e lavora da anni a Palermo.
Se perdi la carta d’identità e devi rifarla ti occorre un domicilio valido, ma per richiedere il domicilio ti serve la carta d’identità. Sembra un gioco di parole ma è il labirinto burocratico in cui è caduto C.S., nazionalità: portoghese. Professione: dipendente di un negozio di abbigliamento. E’ alle prese con la burocrazia palermitana ormai da mesi. Ancora oggi l’uomo è impegnato in un ‘tour’ degli uffici comunali, iniziato con un trasloco e complicatosi con lo smarrimento del suo documento d’identità.
Il protagonista spiega cosa gli è successo: “Non sono italiano ma vivo a Palermo già da tre anni, ho una compagna palermitana e due bambini. A febbraio 2019 cambiamo casa e richiedo il cambio di domicilio, che viene attestato dall’Inps e risulta anche sulla mia tessera sanitaria. Preciso che si tratta di domicilio e non di residenza, perché sono residente a Palermo già da tempo”.
Nulla di strano, finché a settembre 2020 l’uomo non si accorge di aver perso la carta d’identità. “Come si fa in questi casi quindi prenoto un appuntamento all’ufficio Anagrafe – continua C.S. – e nel frattempo vado a fare una denuncia di smarrimento. Il giorno dell’appuntamento col Comune iniziano i problemi: all’ufficio di piazza Marina mi dicono che uno dei requisiti per rifare il documento d’identità è il domicilio, ma io non sarei domiciliato da nessuna parte. Ma com’è possibile? L’impiegato mi spiega che gli risulta un diniego dei vigili, che sarebbero venuti a verificare il cambio di domicilio ma non mi avrebbero trovato nella nuova casa. Questo nonostante io avessi lasciato un numero telefonico e l’indirizzo del mio posto di lavoro in caso di irreperibilità. In ogni caso chiedo al Comune quando sarebbe avvenuto questo sopralluogo e mi rispondono il 28 aprile 2020. Eppure eravamo ancora in lockdown, quindi ero sicuramente a casa”.
Dalla scoperta dell’intoppo C. S. avrebbe totalizzato una decina di appuntamenti senza mai venirne fuori. “In una di queste occasioni l’Anagrafe di Palermo mi dice che devo rifare il cambio di domicilio. Allora mi ripresento per l’ennesima volta, con tutta la documentazione, e fornisco anche la fotocopia della carta d’identità con la denuncia. Qui succede l’incredibile: il Comune di Palermo mi dice che presentare la copia non vale. Ma come faccio a presentare il documento originale se l’ho perso? Insomma sto vivendo un paradosso: per avere una nuova carta d’identità avrei dovuto fare il cambio di domicilio, ma per fare il cambio di domicilio avrei dovuto avere la carta d’identità. Questa settimana almeno ho raggiunto un piccolo risultato, riuscendo a ottenere una nuova richiesta del cambio di domicilio. Ma parliamo solo di una richiesta, quindi devo aspettare la verifica dei vigili per la seconda volta”.
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