PALERMO – Manifestano davanti all’assessorato regionale alla Famiglia incatenandosi i polsi. È la forma di protesta scelta dai lavoratori dell’Ipab Principe di Palagonia per denunciare il mancato pagamento degli stipendi da quasi un anno. Il debito dell’Istituto pubblico di assistenza e beneficenza è dovuto alla mancanza di introiti, un problema che, per i lavoratori, potrebbe essere risolto con il passaggio dell’Istituto alle dipendenze del comune di Palermo.
“Il paradosso è che abbiamo immobili per 80 milioni di euro”: Antonio Guiglia, rappresentante sindacale dell’Ipab, sottolinea la contraddizione di un ente pubblico che possiede un grosso patrimonio ma al tempo stesso non riesce a pagare gli stipendi. Il Principe di Palagonia possiede un intero isolato nella zona di Piazza Castelnuovo e metà dell’Albergo delle Povere in corso Calatafimi, più altri immobili e terreni sparsi in tutta la città di Palermo. L’assessorato regionale alla Famiglia, da cui dipende il controllo degli Ipab, nomina dei commissari per gestirlo, ma, dice Guiglia, “quando capiscono la complessità del servizio se ne vanno, perché la struttura, con tutti i debiti che ha, non può più essere rilanciata”. Il patrimonio immobiliare dell’Ipab infatti non rende quanto dovrebbe, e dopo che l’Arpa e l’Università di Palermo, un tempo affittuari dell’ente, hanno lasciato i locali, nei bilanci dell’ente sono venuti a mancare 500 mila euro all’anno.
I trenta dipendenti del Principe di Palagonia si occupano di assistenza agli anziani: “Dei nostri 29 ricoverati – dice Guiglia – 14 sono stati assegnati a noi dal Tribunale, dunque è l’amministrazione comunale che per legge deve farsene carico. Eppure vantiamo crediti nei confronti del comune per due milioni di euro”. Gli infermieri dell’Ipab sottolineano di non avere mai interrotto il servizio di assistenza nonostante il mancato pagamento degli stipendi nell’ultimo anno: “Siamo davvero stanchi di questa situazione – dice Guiglia – c’è gente che lavora qui da venti anni, che deve pagare il mutuo”.
La soluzione proposta dai lavoratori è un passaggio alle dipendenze del comune di Palermo. “Per legge – dice Guiglia – l’ente in estinzione deve passare, con il suo patrimonio e il personale, al comune di appartenenza”. Per realizzare il passaggio però ci vuole un decreto dell’assessore alla Famiglia, e per questo i lavoratori dell’Ipab sollecitano un intervento delle istituzioni. “Ma non abbiamo ricevuto nessuna reazione – dice il rappresentante sindacale – le istituzioni dicono di voler riformare le Ipab, ma la riforma è stata fatta in tutta Italia tranne che in Sicilia”.