PALERMO – Naomi lo dice in aula, durante l’incidente probatorio, quasi senza dare peso alle sue parole. Racconta di avere avuto rapporti sessuali anche con un giudice in pensione. Sarebbe stato uno dei clienti della ragazza costretta a prostituirsi dal fidanzato Dario Nicolicchia quando aveva tra 15 e 17 anni. Clienti facoltosi, avvocati, medici, poliziotti, imprenditori e commercianti. E sarebbe stato proprio un medico, con il quale c’era una frequentazione abituale, a presentargli il giudice in una strada nei pressi del Politeama.
E adesso partiranno gli accertamenti che potrebbero segnare l’inchiesta. Se davvero si trattasse di un magistrato il fascicolo dovrebbe essere trasferito per competenza al Tribunale di Caltanissetta.
Finora di clienti ne sono stati identificati tredici, ma le indagini proseguono. Naomi sarebbe diventata l’oggetto del desiderio di un giro sempre più ampio di uomini disposti a spendere fra i 50 e i 300 euro per un rapporto sessuale. Lo dimostrerebbe la mole di contatti telefonici gestiti da Nicolicchia, alcuni dei quali protetti dall’anonimato.
L’indagato ha sempre smentito che si trattasse di prestazioni sessuali a pagamento. I soldi erano un regalo non richiesto da parte degli uomini coinvolti nei giochi sessuali, senza che per altro nessuno fosse a conoscenza della vera età di Naomi. La ragazza diceva di essere maggiorenne. È questo uno dei punti che non convincono gli agenti della Squadra mobile di Palermo. Gli uomini, specie quelli con cui i rapporti si sono ripetuti, avrebbero dovuto accorgersi della sua giovanissima età.