"E' incinta, non lavora come prima" | Il blitz del sesso e i figli di nessuno - Live Sicilia

“E’ incinta, non lavora come prima” | Il blitz del sesso e i figli di nessuno

L'inchiesta che ha smascherato l'ennesima casa a luci rosse di Palermo, in via Telesino, svela retroscena amari. Che vanno al di là delle responsabilità penali tutte ancora da accertare. Si parla di gravidanze non volute, di interesse "a fare abortire le ragazze" e di rapporti senza alcuna protezione.

PALERMO - IL CASO
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PALERMO – Sono i figli del sesso a pagamento. Figli dell’errore, di rapporti con degli sconosciuti consumati senza alcuna protezione. Figli di madri, prostitute per necessità. Figli di padri che si credono tali e non sanno di non esserlo. Sono figli non voluti. A volte, di impaccio. “… pensa che con la pancia non puoi lavorare…”, diceva Sonia Castiglione ad una delle “sue” ragazze. La donna è finita in carcere. Secondo l’accusa, gestiva, assieme a Gioacchino Adimino, la casa di appuntamenti scoperta ieri dalla polizia in via Telesino, una strada della periferia di Palermo. Perché tutto questo è accaduto nella Palermo del terzo millennio. In un sottoscala accanto alla porta di casa nostra. In una “civile” abitazione.

L’inchiesta svela retroscena amari. Che vanno al di là delle responsabilità penali tutte ancora da accertare. Le cimici piazzate dagli agenti del commissariato Zisa-Borgo Nuovo hanno registrato decine di conversazioni. In alcune di esse gli inquirenti rintracciano quello che viene definito il tentativo “per non perdere una ragazza” di “convincerla ad abortire”. Una parola, aborto, che non viene pronunciata nel corso delle intercettazioni. Di certo, però, secondo la Castiglione, lo stato di gravidanza avrebbe creato non poche difficoltà: “… sto parlando di pancia… lei… di pancia… ragazza… incinta… pure di quattro mesi… Marisol (è il soprannome di una delle donne dedite alla prostituzione ndr)… appena era di quattro mesi… non l’ha voluta più nella stanza… sono responsabilità… quindi lei deve pensare a questo… non lavorerà come prima”. “Può lavorare fino a quattro mesi se ci arriva”, aggiungeva un’altra ragazza.

Non era la prima volta, dunque, che una delle massaggiatrici del centro di via Telesino rimaneva incinta. Era già accaduto a Katia (altro nome d’arte ndr): “Scherzaci su… se qua non incocciano tutti… io ci credo a queste cose… tutte le ragazze hanno incocciato… qua dentro… te la ricordi a Katia?… quella che incucciò qua… non dal suo picciotto… Marisol la stessa cosa…”.

Le ragazze incinte diventavano un peso. D’altra parte, diceva un cliente, “io mi spavento, io ragiono così, sono delicato”. Una donna incinta non faceva affari. E poi, c’era la questione dei dubbi sulla paternità di cui la Castiglione con Adimino: “Pare che entrano qua e sono incinte ma che m… è ora dobbiamo vedere se i figli sono veramente dei compagni o se sono… vero… pure quelli dei clienti… perché la verità loro la sanno… può capitare Gioacchì…”. L’unica preoccupazione di Adimino è racchiusa nelle parole: “… ma perché tu non ti prendi niente?”.

 


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